Giuseppe Naccarella, 39 anni, dopo una vita in biancorosso e 6 stagioni in prima squadra, torna domenica all’Aragona per la prima volta da avversario, sulla panchina dell’Acqua&Sapone che allena da tre anni e che occupa il terzo posto in classifica con 29 punti e una sola sconfitta. Il vastese Naccarella, difensore, ha debuttato con la squadra della sua città nella stagione 89/90, vincendo il campionato di Interregionale, per concludere la sua avventura il 21 maggio del 1995, Vastese-Battipagliese 0-1, ultima partita all’Aragona, poi il fallimento sotto la gestione Scopelliti e il trasferimento all’Avezzano.
Non solo è la prima volta che torni all’Aragona, non hai mai affrontato la Vastese.
E’ la prima in assoluto, sono andato via nel 1995, quando dopo il fallimento andai ad Avezzano a vincere il campionato con Petrelli, insieme a Mosca, Menna, Ottaviano. Sono passati 18 anni e non sono più tornato a giocare, sarà bello, affronterò da avversario, ma questo è relativo, la squadra della mia città, quella che mi ha permesso di realizzare il sogno di giocare a calcio. Penso che sarà strano anche per gli altri vedermi da rivale, molti ragazzi non sanno nemmeno chi sono, anche se il pubblico vastese è sempre molto informato e attento.
Che domenica sarà?
Spero di rivedere quelle persone della vita quotidiana che ho lasciato 18 anni fa, sarà un’occasione per stare insieme, anche solo per un breve saluto, vorrebbe dire chegli fa piacere. L’Aragona è vicino casa mia, Vasto è la città della mia infanzia e adolescenza, Alfonso Calvitti mi ha visto crescere, è un piacere tornare a giocare lì.
Pensi che ti emozionerai?
Di più se fossi stato protagonista in campo, da allenatore meno.
Ti aspettavi di arrivare in questa posizione in classifica?
Stiamo andando oltre le più rosee aspettative, eravamo partiti per raggiungere una salvezza molto tranquilla per via della condizione economica della società, a inizio anno il presidente era stato chiaro e ci aveva detto che ci sarebbe stato un ridimensionamento. In questo stato di cose abbiamo deciso di rinforzarci con gli under partendo dai giocatori di riferimento che sono Del Gallo, Corti, Bruni e Di Biase, uniti a ragazzi che negli ultimi due anni hanno fatto benissimo, per questo il nostro è un risultato insperato. Tutta questa situazione però ci permette di lavorare bene per il futuro, spero di trovare altri 2-3 ragazzi, in questo modo non dobbiamo andare a comprare altri giocatori, ma li abbiamo già a disposizione.
I tuoi amici e parenti per chi faranno il tifo?
Per la Vastese, non ho dubbi, ma è giusto che sia così e deve essere così, la fede è una cosa, la parentela e gli affetti un’altra. Io alleno l’Acqua&Sapone, ma sarò sempre legato alla Vastese, sarà sempre la mia squadra.
Cosa pensi del tuo ex compagno di squadra Massimo Vecchiotti?
E’ un grande allenatore e una persona bravissima. Abbiamo giocato insieme, è stato molto importante per la mia crescita, un secondo padre, è stato lui che mi ha insegnato a mettermi in campo e a vivere il calcio, non solo come uno sport, ma anche come un impegno di vita. Oltre a lui sono stati importanti anche Antonio De Santis e Giorgio Castorani, leader veri che ti dicevano le cose in faccia, anche in maniera dura, ma lo facevano per il tuo bene e per farti crescere.
Hai seguito la Vastese?
Ho visto solo la partita in casa in Coppa Italia contro il Cupello, mi sono informato, ma non credo di dover vedere le partite per conoscere le potenzialità di questa squadra, ne sono consapevole e mi sono preparato. La forza della Vastese è tutta nel complesso di fattori che ne fanno parte: giocatori, allenatore, società, tifosi, città e media, non lo dico perché sono vastese, ma è un qualcosa che in Abruzzo forse è secondo solo al Pescara, c’è una passione incredibile.
E come mai non riesce a staccare le rivali?
E’ naturale, un ambiente che deve ripartire dopo due anni senza calcio, dopo aver fatto tanti anni ad alti livelli, può avere qualche difficoltà. Ritrovarsi a Caldari o a Loreto, dove un tifoso non avrebbe mai pensato di giocare, è un’arma a doppio taglio, se non ti cali completamente in questa realtà non vai da nessuna parte, devi essere umile. Non si deve andare in campo pensando di poter fare affidamento su un solo calciatore, oppure pensare che sei la Vastese, hai fatto la C e quindi è tutto facile o tutto ti sia dovuto, il passato non conta, ora la categoria è questa, il presente è questo e devi affrontarlo essendo agguerrito.
Non è che così stai dando dei consigli al tuo avversario?
Loro sono bravi e forti, sappiamo bene tutti che vinceranno il campionato, con questa squadra è giusto che salgano, se lo meritano. Massimo lo sa bene, ha vissuto la stessa situazione al Vasto Marina. Noi cercheremo di fare la nostra partita, al massimo delle nostre possibilità. Questa occasione è per noi un premio bellissimo, cinque anni fa eravamo in Terza Categoria, siamo stati costruiti in 2-3 anni. Spero che i miei facciano una bella partita e alla fine il pubblico ci faccia i complimenti perché abbiamo giocato bene e se vincerà la Vastese ci complimenteremo con loro per essere stati più bravi.
In futuro speri di tornare a Vasto?
Sarebbe ingiusto nei confronti di Massimo che ha più esperienza di me ed è molto più bravo, la Vastese ha il miglior allenatore che potesse avere. In futuro vedremo, le nostre strade potrebbero incontrarsi anche tra 20 o 30 anni, oppure mai, ma il mio amore per questi colori rimarrà sempre, indipendentemente dal rapporto professionale.