Nell’ambito del progetto rurale, per approfondire le tematiche relative ad importante sfida del terzo millennio: l’acqua, noi ragazzi delle classi quinte C e D della scuola primaria Spataro, siamo andati ad intervistare due ricercatori del Cotir, la dottoressa Paola Tano e il dottor Elvio Di Paolo. Ecco la sintesi della nostra intervista.
In cosa consiste il Cotir?
Il Cotir è il Consorzio delle tecniche irrigue. E’ un centro di ricerca della Regione Abruzzo. Si occupa di effettuare ricerche, sperimentazione nel campo delle irrigazioni del mondo rurale.
Quali studi e ricerche effettuate?
Tra gli studi che stiamo effettuando ci sono quelli relativi ai consumi d’acqua da parte delle piante, e i metodi per dare acqua alle piante, senza sprechi. C’è poi un interessante sperimentazione sull’uso di microrganismi (funghi e batteri) della rizosfera delle piante, per migliorare la produzione, la resistenza delle piante e arricchire il terreno, spesso impoverito dalle continue concimazioni chimiche.
Il vostro lavoro che effetto ha per il mondo rurale del nostro territorio?
Per esempio, stiamo realizzando nel nostro territorio un progetto con la Cooperativa Ortofrutticola di San Salvo (Ch), per la difesa del pesco contro alcuni tipi di farfalle nocive alle piante. Stiamo studiando un monitoraggio con un sistema di trappole per poi effettuare, mediante la lotta integrata, trattamenti chimici mirati. Questo eviterebbe un uso massiccio della chimica, per salvaguardare la qualità delle pesche sansalvesi.
Cosa si può fare per evitare, secondo voi, il dissesto idrogeologico nel mondo rurale del nostro territorio?
Per parlare delle azioni preventive che debbono essere attuate per evitare il dissesto idrogeologico vanno considerati vari aspetti. Innanzitutto il suolo, visto che ci sono terreni più predisposti di altri a frane e smottamenti, l’altra cosa importante è l’uso del suolo. Un terreno coltivato, o con la presenza di boschi, riesce, mediante le radici a rendere il territorio più stabile, meno franoso. L’altro aspetto importante è poi l’aratura, che non dovrebbe essere fatta troppo in profondità, perché in questo modo si crea, al di sotto dello strato arato, una superficie liscia e impermeabile, detta suola di lavorazione, che impedisce l’assorbimento delle piogge. Un altro aspetto importante da considerare sono poi le buone pratiche dell’agricoltura di prevenzione, come la realizzazione dei fossi di scolo, dei canali di drenaggio,della pulizia degli argini e della presenza delle siepi. Tali pratiche una volta venivano seguite con cura dagli agricoltori, e consentivano alla pioggia di essere assorbita senza difficoltà dal terreno. Spesso ora sono pratiche dimenticate, sia perché alcuni campi non sono più coltivati, sia perché tali azioni non permettono il facile accesso alle macchine agricole. L’attenzione a tutti questi aspetti consente all’agricoltura di essere un elemento di difesa e protezione di fronte a frane, allagamenti, esondazioni. Va comunque considerato che, negli ultimi anni, il clima italiano sta cambiando, e diversamente dal passato, ci sono piogge molto intense in poche ore che non consentono al terreno di assorbire l’acqua, provocando a volte veri e propri disastri, perché l’acqua va a valle.
Le sostanze chimiche utilizzate dagli agricoltori oltre a inquinare le falde acquifere, possono essere pericolose per le piante stesse?
Le sostanze chimiche usate nel mondo rurale, se usate correttamente, nella giusta proporzione, per le piante adatte, non sono nocive né per i prodotti, che poi vengono nelle nostre tavole, né per l’ambiente. Il problema invece c’è quando queste vengono usate con superficialità, senza la giusta conoscenza e consapevolezza di ciò che può accadere con un uso improprio e indiscriminato. Il Cotir organizza spesso convegni e dimostrazioni, pubblica articoli nella stampa specializzata, al fine di divulgare nell’ambito agricolo le ricerche, le sperimentazioni che attua, ma non è sufficiente per dare la giusta comunicazione. Bisognerebbe creare un legame più importante tra il mondo rurale e i nostri studi, per migliorare la produzione , con moderne tecniche.
Gli sprechi sia domestici che delle reti fognarie, quanto incidono sulle risorse idriche?
L’acqua non va sprecata, né in casa, né a scuola, né nel mondo industriale, né rurale. L’acqua è un bene prezioso che va difeso e protetto. Lo spreco oltre a creare un costo, crea un grave danno all’intero ecosistema. In quanto porta ad un maggior uso delle sorgenti, e quindi all’abbassamento del livello dei fiumi, fino alla loro scomparsa, impedendone l’uso alla flora e alla fauna vicina.
Usate energie rinnovabili?
La nostra struttura non usa energia rinnovabile. Ma effettuiamo delle sperimentazioni sulle biomasse. Ad esempio sull’uso dell’olio proveniente dal girasole, o colza, o tabacco, o microalge, per creare il bio disel.
Quali sono i progetti che state portando avanti e quali per il futuro?
Tra gli studi su cui stiamo lavorando ci sono : studi agroalimentari sull’olio, sulle pesche, sulla vite e sul vino, sul tabacco, sugli agro farmaci in agricoltura, sulla bioenergia e la biomassa.
Quali problemi avete?
Il problema del Cotir è che i dipendenti da 7 mesi non ricevono più lo stipendio a causa di una mancanza totale di finanziamenti dalla Regione Abruzzo. Ci auguriamo non solo per noi ricercatori, ma anche per la ricerca abruzzese, che si possa arrivare presto ad una risoluzione del difficile problema.
Grazie a questa intervista abbiamo capito che il lavoro nel mondo rurale è molto complesso e richiede studio e ricerche continue. E’ necessario poter scoprire nuove tecniche o metodi, per migliorare la qualità della produzione agricola, potendosi sempre un’importante finalità la salvaguardia dell’ambiente.
Ringraziamo molto i ricercatori del Cotir, per la loro disponibilità e gentilezza, e auguriamo a tutti i dipendenti di questo importante ente di ricerca, di poter avere in tempi brevissimi i finanziamenti necessari per poter continuare a lavorare.
Una cosa importante che noi ragazzi abbiamo capito è che anche noi possiamo fare qualcosa: “non dobbiamo mai sprecare l’acqua”, perché è un bene prezioso che va consumato nella giusta quantità, ma mai sprecato, per evitare che la nostra disattenzione, crei dei problemi all’ecosistema del nostro territorio.
Classi quinta C e quinta D, Scuola Primaria Spataro, ist.comprensivo n.1 – Vasto