“Non so chi possa essere stato”. Marco Del Vecchio nega tutto. Davanti al giudice per le indagini preliminari ha dichiarato di non essere lui l’assassino dei suoi genitori, Emidio Del Vecchio e Adele Tumini, uccisi con oltre 100 coltellate nella casa di via Anghella.
Il 37enne stamani è comparso dinanzi al gip del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, che lo ha interrogato in carcere, alla presenza del pubblico ministero, Enrica Medori, e dell’avvocato difensore, Raffaele Giacomucci. “Il mio assistito ha risposto solo parzialmente alle domande”, riferisce il legale. “Ai primi quesiti ha risposto dicendo: Non so chi sia stato, io a casa non ci sto quasi mai e non magiavo coi miei genitori. Sabato sera ero in giro per Vasto. Poi, nel prosieguo dell’interrogatorio, quando gli è stato chiesto dove fosse nel pomeriggio, ha preferito non rispondere più, dichiarando: Quello che dovevo dire l’ho detto“.
Il pm ha chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere, la difesa ha formulato l’istanza “in cui ho chiesto di sottoporre il mio assistito a una perizia psichiatrica”.
Il gip si è riservato di decidere. L’indagato trascorrerà la quarta notte in carcere. La decisione del giudice dovrebbe giungere nel giro di un paio di giorni.
Questa mattina le salme sono state riconsegnate ai familiari di Emidio Del Vecchio e Adele Tumini. I funerali si celebreranno alle 15.30 nella chiesa di San Pietro in Sant’Antonio a Vasto, muovendo dall’obitorio dell’ospedale San Pio da Pietrelcina.
L’attesa – Alle 11 nel carcere di Torre Sinello arriverà il giudice per le indagini preliminari, Stefania Izzi. Nel penitenziario di Vasto si svolgerà l’udienza di convalida del fermo di polizia giudiziaria disposto nel primo pomeriggio di domenica nei confronti di Marco Del Vecchio.
E’ sospettato di aver ucciso i suoi genitori, Emidio Del Vecchio e Adele Tumini, di 78 e 75 anni, nella casa di via Anghella, dove attorno alla mezzanotte che ha segnato il passaggio tra sabato e domenica i carabinieri, accompagnati sul posto dalla sorella di Marco, Nicoletta, hanno trovato sotto il letto di Marco e in un’altra stanza i corpi senza vita dei coniugi assassinati.
Oltre cento coltellate complessive, più di 60 delle quali sul corpo inerme della donna, colpita davanti e alla schiena in punti vitali. Letali le lacerazioni cardiovascolari polmonari.
Questo il responso delle autopsie eseguite lunedì e martedì dal medico legale Pietro Falco, che entro un mese consegnerà al sostituto procuratore Enrica Medori, titolare dell’indagine, una dettagliata relazione contenente il numero preciso dei profondi tagli rinvenuti sulle salme martoriate dei due anziani, la verifica della loro compatibilità con i due coltelli sequestrati (uno Marco Del Vecchio lo aveva con sé, l’altro è stato ritrovato dai militari in un cassetto), l’eventuale presenza di contusioni e abrasioni e l’ora del delitto, su cui vige il massimo riserbo. Il delitto sarebbe avvenuto prima che facesse sera.
“Al mio assistito viene contestato il reato di omicidio volontario. Non so ancora se nei suoi confronti verrà formulata anche l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale”, dice l’avvocato Raffaele Giacomucci, che chiederà una perizia medica per accertare le condizioni di salute del 37enne. Il gip deve decidere se tramutare il fermo in ordine di custodia cautelare, nel qual caso Marco Del Vecchio rimarrebbe in carcere.
Intanto, riaffiorano i ricordi dei conoscenti. C’è chi il giorno del delitto, nel pomeriggio, aveva visto Marco in un bar, sembrava tranquillo. E chi, venerdì aveva visto in giro Emidio che, come al solito, era lui a spingere la carrozzella, su cui si sedeva solo quando si stancava. Spesso lo si vedeva percorrere in questo modo il tragitto da casa sua al Bar Jolly, dove si intratteneva con amici e conoscenti.