Hanno da poco pubblicato il loro primo album, Starter Cry, con l’etichetta Rhapsody Records, in vendita in formato digitale su Beatport (clicca qui). Loro sono i Might at Night, duo composto dai giovani Liliana Aurora Desiati e Valerio Ebert. Si dividono tra Vasto e Milano, ma puntano decisamente ad allargare i loro orizzonti grazie alla musica.
I Might at night sono nati da un incontro cercato o casuale?
Liliana. Io e Valerio ci conoscevamo già perché abbiamo frequentato le scuole elementari insieme. Poi, però, non ci siamo sentiti per molto tempo. Per una casualità ci siamo ritrovati, visto che lui è venuto a Milano per frequentare la scuola diventare tecnici del suono, mentre io ero già lì per i miei studi universitari e musicali. Lui aveva bisogno di una cantante per i suoi progetti e io mi sono “prestata”. Ma abbiamo visto che c’era di più perché le sue melodie mi piacevano moltissimo e a lui piaceva il mio modo di lavorare con la voce e quindi ci siamo trovati bellissimo. Abbiamo iniziato a sviluppare più brani insieme, fino a pubblicare il primo a novembre dello scorso anno, su Soundcloud. Durante l’inverno scorso abbiamo lavorato davvero tanto ed è nato l’album.
Come nascono i vostri pezzi? Lavorate su parti distinte e poi condividete i rispettivi lavoro o c’è un’interazione maggiore?
Valerio. Dipende. Certe volte inizio io il pezzo e glielo mando così può cantarci su. Altre volte ci troviamo insieme. Dipende anche dal periodo, se magari siamo tutti e due su a Milano o a Vasto. Ma non c’è un modo standard.
Liliana. Valerio dà un’impronta molto importante a quella che è la struttura e la melodia de brano. Quello che vorremmo provare nei prossimi brani è un mio maggior coinvolgimento nella parte musicale.
In quale genere musicale classificate la vostra musica?
Valerio. Sicuramente nella musica elettronica, senza una distinzione più marcata, perché poi le influenze vengono da tutto ciò che ascoltiamo e che abbiamo sentito negli anni. Ogni volta che scrivi un pezzo ciò che hai ascoltato ti influenza anche in maniera inconscia.
Affidarsi ad un’etichetta musicale per dei giovani può essere un vantaggio ma anche portare a dei rischi. Come sta andando la vostra esperienza?
Liliana. Per un gruppo trovare un’etichetta non è scontato e risulta molto difficile. Noi in questo siamo stati fortunati perché, dal momento in cui ci siamo messi alla ricerca fino a quando non abbiamo trovato quella giusta dal nostro punto di vista, è trascorso appena un mese. Ora c’è molta collaborazione tra noi e il titolare dell’etichetta. Quello che ci sta portando è la visibilità all’estero piuttosto che in Italia. Qui, anche per via del genere, le cose sono ancora più complicate. L’etichetta si sta muovendo bene per la promozione. Per il futuro ci aspettiamo che ci faccia girare per suonare.
Riuscire a trovare date live è difficile?
Liliana. Il tipo di situazioni in cui possiamo esibirci sono limitate, circoscritte. Sicuramente ad esempio la situazione pub non si presta. La nostra musica è più per una dimensione d’ascolto, più soffusa, immagino concerti i festival mirati. Intersecarla a situazioni comuni è complicato.
Vivete a Milano.Quali stimoli e opportunità riesce a darvi questa città?
Liliana. Milano è una città sicuramente piena di opportunità e di contatti. Per la musica è sicuramente “la città” per eccellenza. Però gli stimoli saperli convertire direttamente in musica, quindi in creatività artistica, è complicato, per quello che mi riguarda. Potendo fare un paragone Vasto è sicuramente un ambiente in cui io, anche solo attraverso il silenzio, o le ambientazioni, ho modo di prendere le cose in maniera meno frenetica, più leggera, più rilassata. Quindi, artisticamente parlando, Vasto è “la città”.
Valerio. Suonare a Milano è più semplice piuttosto che suonare qui. I contatti sono lì, così come le etichette discografiche, le opportunità. Tante cose a Vasto sono impensabili. Ma per me Milano non è bella. Anzi, è proprio brutta! E’ frenetica, c’è poco verde. Però dal punto di vista economico e commerciale è tutto lì. Iniziare in quel tipo di ambiente ti permette di crescere. E’ anche molto più stimolante, c’è più voglia di investire in settori come la musica o l’arte in generale.
Il vostro nome, ovviamente in inglese viste le vostre scelte musicali, è molto particolare, anche come “suono” della pronuncia.
Liliana. Il progetto è nato subito pensando ad una dimensione oltre l’Italia. Eravamo alla ricerca di un nome del nostro duo per poter far nascere l’album. Questo ci “suonava”, ha una rima, ha un suo suono, ha un paesaggio evocato che può essere quello della notte. Anche una potenza, “might at night”, qualcosa che potrebbe accadere di notte o un potere che noi rivolgiamo alla notte. Questo perché spesso l’ispirazione nasce proprio di notte.
La pubblicazione di un album, che per voi è il primo, è un punti di arrivo e di partenza per nuove cose. Cosa state preparando?
Valerio. Stiamo già lavorando a un nuovo album, visto che da marzo, quando era pronto questo, tolti un paio di mesi di stop, abbiamo ripreso a scrivere nuovi pezzi per una nuova uscita. Ora stiamo finendo la struttura dei pezzi prima di tornare in studio per registrare, mixare e così via. Saranno molto diversi, anche perché in questi mesi di cose ne sono successe. Siamo cresciuti, abbiamo ascoltato nuove cose, incontrato altri artisti che ci hanno influenzato. Il sound rimane nell’elettronica ma forse con un’impronta più soul e meno sperimentale.
C’è una persona in particolare a cui fate sentire un pezzo subito dopo averlo realizzato?
Valerio. Io ho una persona a cui do i pezzi non appena li ho finiti e mi dice cosa ne pensa. Per me è importante come parere.
Liliana. Ho capito che far ascoltare i pezzi a qualcuno, prima ancora che tu possa convincerti di quello che hai fatto, può non essere la cosa migliore. Nel passato era un blocco, forse perchè mi rivolgevo alle persone sbagliate. Ho imparato più a fidarmi del mio istinto. Ma la persona di cui mi fido per l’ascolto è Valerio. Non solo perchè è la persona con cui lavoro ma è il riferimento anche per altre cose musicali che vanno oltre il nostro progetto.
Pensate di poter “vivere” di musica nel vostro futuro?
Liliana. Quello è l’obiettivo per cui ci stiamo impegnando.
Valerio. E’ difficile. Oggi, con internet, le vendite non sono più una fonte di guadagno. L’unico modo per vivere di musica è suonare tanto live, 4-5 al mese. E in più i remix. Sono un campo nell’elettronica che può servire ad incrementare le entrate.
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