Raffaele Bonanni, segretario della Cisl originario di Bomba, è stato ospite della Chiesa di San Paolo Apostolo a Vasto per parlare della figura di Giovanni Paolo II ed in particolare del suo rapporto con il mondo del lavoro. A dare il benvenuto all’ospite, nell’ultima delle dieci giornate in cui è stata esposta la reliquia del sangue di Papa Wojtyla, è stato il parroco Don Gianni Sciorra: “Mi permetta di dirle che per essere un buon sindacalista si deve essere un buon cristiano”.
Nel corso del suo intervento Bonanni ha ripercorso i tre incontri con Giovanni Paolo II e ha parlato della sua Enciclica dedicata al lavoro, la Laborem Exercens, sottolinenando quanto il Papa fosse legato al mondo del lavoro. “In prima persona ha sperimentato la fatica e ha potuto vivere il clima di solidarietà che si crea nel lavoro, manifestato anche nella sua azione pastorale che emotivamente mi ha molto coinvolto. Lui è stato un lavoratore straordinario, è stato un Papa che ha cercato di unire la Chiesa dando sostengo e facendo molto, dopo il Concilio, per il movimento ecclesiastico”.
Il primo incontro tra i due risale ad un momento particolarmente drammatico: “Era il 13 maggio 1981, il giorno in cui fu vittima di un attentato e fu ferito. In quel periodo il clima era torbido e inquietante, lui faceva molta più paura di tanti eserciti messi insieme, inoltre era un Papa che durante la propria vita era stato coinvolto invarie situazioni di ingiustizia”.
Parlando dell’Enciclica, scritta il 14 settembre 1981, il segretario ha aggiunto: “Voleva dare indicazioni e speranza al mondo del lavoro e ai lavoratori, per me che all’epoca ero un giovane sindacalista, fu un colpo di fulmine, faceva capire che non era necessaria la lotta contro gli altri per ottenere quello che si voleva, quella Enciclica era un’azione per il bene comune, ed è tale se accomuna, perchè questo non esiste se c’è contrapposizione, ed è attraverso il lavoro che si persegue l’azione di Dio”.
Bonanni ha poi trattato anche temi di attualità, come la crescente disoccupazione: “La mancanza di lavoro non permette alle persone di esprimere tutto quello che hanno dentro, in passato ci hanno fatto credere che fossero possibile dei guadagni senza fine, adesso viviamo in una situazione difficile. E’ necessaria un’economia di persone che costruiscano cose concrete. Deve essere chiaro però che l’azione sindacale non è un’azione contro qualcuno o contro un’altra classe”.
In conclusione un ultimo riferimento all’Enciclica: “Parla del diritto ad associarsi e lo vuole ribadire, anche per questo ebbe un ruolo molto importante per tutti i lavoratori. La libertà di associazione porta ad avere delle persone che hanno le stesse opportunità e gli stessi diritti. Il mondo del lavoro deve molto a Giovanni Paolo II, con le sue azioni ha fatto tanto”.