Non sarà un sabato qualunque. Domani i leader del centrosinistra saliranno in municipio per comunicare al sindaco, Luciano Lapenna, le decisioni emerse nel faccia a faccia di oggi tra Pd, Sel, Idv, Giustizia sociale e Rifondazione comunista. Un incontro urgente dopo l’annuncio del Psi, che si può riassumere sostanzialmente in due frasi: non firmiamo la dichiarazione d’intenti presentata dal sindaco e dagli altri partiti del centrosinistra nella conferenza stampa di sabato scorso; da questo momento decideremo volta per volta come votare in Consiglio comunale, valutando i singoli provvedimenti proposti dall’amministrazione o dalle altre forze politiche. Questi i concetti espressi dai socialisti nel duro comunicato diffuso in tarda mattinata.
Al termine di una settimana convulsa, la decisione finale spetterà al sindaco.
Il vertice – E’ convocato per le 15 nella sede del Pd il faccia a faccia urgente tra i leader dei 5 partiti che hanno ribadito sostegno incondizionato alla Giunta Lapenna. All’ordine del giorno le decisioni a seguito della presa di posizione del Psi. I socialisti hanno deciso per l’appoggio esterno al sindaco. Valureranno caso per caso se votare a favore dei provvedimenti che amministrazione comunale e centrosinistra presenteranno in Consiglio.
Lapenna, dimissioni? – Chi lo conosce racconta un Luciano Lapenna stanco. Deluso. Forse anche sfiduciato. Il sindaco di Vasto probabilmente si aspettava il no dei socialisti al documento suo e degli altri 5 partiti del centrosinistra. Un atto di indirizzo programmatico letto sabato scorso ai giornalisti nella conferenza stampa in cui annunciava di non poter accogliere almeno due delle tre richieste del Psi: riduzione del numero degli assessorati, nomina di un assessore socialista e rilancio dell’azione amministrativa. Sull’ultima questione ha risposto nella prima parte del documento, in cui elenca le cose fatte e quelle in cantiere, oltre alle decisioni che amministrazione comunale e coalizione devono prendere nei prossimi mesi.
Al momento, il primo cittadino non ha la maggioranza sicura in Consiglio comunale. I tre consiglieri socialisti non garantiscono l’appoggio incondizionato: decideranno di volta in volta sui singoli problemi da risolvere e su ogni iniziativa proposta dalla Giunta o dagli altri partiti.
Che Lapenna rassegni le dimissioni è un’ipotesi possibile. E neanche molto remota.
Vertice urgente – Le segreterie politiche Pd, Idv, Sel, Giustizia sociale e Rifondazione comunista si riuniranno entro stasera per decidere le prossime mosse. “Al momento non commentiamo le esternazioni di alcuni esponenti del Psi”, dice laconico Nicola Della Gatta, vice segretario del Partito democratico. “Valuteremo il da farsi nella riunione tra le segreterie dopo aver conosciuto il contenuto del documento socialista”.
Gli scenari – Visto che il sindaco ha dichiarato di non voler cambiare maggioranza, rifiutando l’ipotesi di chiedere in aula i voti dei centristi (“all’interno di questa maggioranza chiedo il rispetto del voto popolare”), gli scenari che si possono delineare al momento sono due.
Primo: Lapenna chiede di volta in volta alle forze politiche del centrosinistra l’appoggio in Consiglio, trattando col Psi su ogni singola questione e sapendo che non è scontato il sì dei socialisti.
Secondo: entro fine mese è prevista l’approvazione degli indispensabili equilibri di bilancio. Un atto amministrativo fondamentale. Presentarsi in aula senza la certezza della maggioranza può equivalere ad andare allo sbaraglio. Lapenna nella conferenza stampa ha detto: “Non accetterò lo stillicidio dei Consigli comunali, come accaduto a qualche mio collega qui vicino”, alludendo all’ex sindaco di San Salvo, Gabriele Marchese. Per questo potrebbe decidere di dimettersi. A quel punto, avrebbe comunque 20 giorni per ritirare le dimissioni e tornare in sella. Sarebbero 20 giorni per verificare se il centrosinistra vuole andare avanti o la sua era è finita.