“Speriamo fortemente che il Consiglio di Stato riveda questa sentenza del Tar, che è unica nel suo genere in tutta Italia”. Così Anna Suriani annuncia che il Comune di Vasto va avanti. Continua la battaglia legale per dire no alla prima centrale termoelettrica a biomasse progettata a Punta Penna. Secondo gli ambientalisti, costruirla significa aprire la strada non solo a un secondo impianto dello stesso tipo (e più grande), ma anche ad altre industrie inquinanti a poche centinaia di metri dalla riserva naturale di Punta Aderci e dal futuro Parco della Costa teatina.
Gli ambientalisti del Comitato cittadino per la tutela del territorio hanno perso il primo round. Il Tar ha respinto il loro ricorso. Ora la Giunta ha deciso che il braccio di ferro deve proseguire per vie legali: “Siamo stati tutti d’accordo nel deliberare il ricorso al Consiglio di Stato”, dice la Suriani. “E’ un atto dovuto, perché intanto deve essere realizzata la Valutazione d’incidenza ambietale, che non c’è”, ed è di competenza della Regione Abruzzo. “Speriamo fortemente che il Consiglio di Stato riveda questa sentenza unica nel suo genere in tutta Italia. Il dirigente del settore Parchi e Riserve della Regione, Antonio Sorgi, ci ha detto chiaramente che l’Abruzzo rischia una procedura d’infrazione dell’Unione europea, se evita di indicare la vicinanza della centrale progettata al Sic”, sito d’interesse comunitario, sottoposto a tutela dell’Ue.