Dodici persone licenziate. “La New Trade deve chiarire il perché e darci risposte in merito al sequestro di due giorni fa”, dice Giuseppe Rucci, segretario provinciale della Filctem-Cgil. “Chiediamo un incontro urgente con tutti i soggetti che hanno firmato l’accordo sulla riconversione: Ministero, Regione, Provincia, Comune e Golden Lady. Lo abbiamo già chiesto lunedì scorso, dopo l’incontro con i rappresentanti della New Trade, che al momento sono all’estero, rientreranno lunedì prossimo. Oggi ho parlato con i lavoratori. Le persone licenziate sono 12, alcune delle quali hanno deciso di andarsene, altre sono state mandate via dall’azienda”. Da molti giorni diversi dipendenti lamentavano condizioni e carichi di lavoro ritenuti insopportabili.
Il calvario degli operai ex Golden Lady non è finito. Il settore tessile della Val Sinello non risce a trovare una via d’uscita dalla crisi. Quando sembrava che le procedure per la riassunzione fossero avviate, è arrivata la doccia fredda: il blitz degli agenti del Corpo forestale dello Stato ha evidenziato che alla New Trade, l’azienda toscana che ha rilevato parte della Golden lady, mancano documenti importanti. Il capannone è sotto sequetro e i lavoratori sono di nuovo a casa.
Il sequestro del 7 ottobre – Sotto sequestro, a Gissi, l’ala del capannone della ex Golden Lady rilevata dalla New Trade. Si tratta della società di Prato che rigenera stracci e abiti usati. A porre i sigilli, su richiesta della procura di Vasto, è stato nel pomeriggio il Corpo Forestale dello Stato. Alla base del provvedimento, pare, la mancanza di una fidejussione assicurativa per i permessi di smaltimento e di alcuni formulari sui rifiuti. Al lavoro, al momento del blitz, c’erano parte dei 44 addetti già riassorbiti dall’azienda toscana, poi rimandati a casa. Il 20 novembre prossimo dovrebbero essere assunte altre 20 unità, da avviare ad un percorso formativo. L’altra ala del sito produttivo è occupato dalla Silda Invest che vede 224 lavoratori ex Golden Lady alle prese con la realizzazione di calzature da donna d’alta gamma.
Ieri presso lo stabilimento della Val Sinello, che ha aperto i battenti nelle scorse settimane, si è presentata la Forestale. I controlli hanno evidenziato la mancanza di fideiussione assicurativa e di formulari relativi ai prodotti di scarto che vengono lavorati dall’azienda: vestiti usati ricondizionati da immettere sul mercato del vintage. Proprio mentre era in corso la formazione on the job per i primi 44 lavoratori, è giunta la visita degli agenti forestali. Dopo il 20 novembre è previsto il riassorbimento anche degli altri 30 operai. I vertici della società al momento sono all’estero, pare in Russia. La dirigenza si giustifica sottolineando che la fabbrica sta operando su deroga concessa dalla Provincia. La Forestale ha posto sotto sequestro lo stabilimento, invitando i lavoratori a uscire e a non ripresentarsi domani sul luogo di lavoro, in attesa che venga risolto il problema.
“Manca la garanzia regionale sull’inizio dell’attività”, dice Camillo D’Amico, capogruppo del Pd in Consiglio provinciale. “Tutto questo dopo le tante passerelle degli esponenti del centrodestra e il manifesto del Pdl, secondo cui avrebbero salvato 370 posti di lavoro”. Una tesi seccamente respinta da Nicola Argirò, consigliere regionale del Pdl: “Non è assolutamente vero. Il versamento della fideiussione è a carico dell’azienda per i permessi di smaltimento” dei capi di vestiario usati.