Un anno di contratti di solidarietà. Gli operai accetteranno la riduzione del 20% dello stipendio pur di salvare tutti i mille posti di lavoro della Denso di San Salvo. Non accennano a placarsi i forti venti di crisi che mettono in apprensione gli operai della multinazionale che produce componenti per automobili.
La dirigenza del colosso giapponese ha annunciato nelle scorse settimane “un’eccedenza di 360 unità a seguito di un drammatico calo delle commesse”, ricorda Davide Labbrozzi, segretario provinciale della Fiom-Cgil.
Le auto non si vendono e, di conseguenza, cala la produzione in tutto il settore dell’automotive, che per decenni è stato il traino dell’industria in provincia di Chieti. Alla Pikington oltre 500 operai in solidarietà dallo scorso mese di ottobre salteranno trenta giorni di lavoro in due mesi e mezzo. Nella speranza che all’inizio del 2013 le immatricolazioni di nuove vetture aumentino, dando una boccata d’ossigeno anche alla produzione di parabrezza e finestrini.
Nell’altra grande azienda della zona industriale di San Salvo, la Denso, si cerca di tamponare la crisi in attesa degli “investimenti annunciati nei mesi scorsi, circa 50 milioni di euro (oltre il 50% ancora da spendere), che permetteranno al sito produttivo di San Salvo di rafforzare i propri livelli di competitività e acquisire nuove produzioni; elementi – sostiene Labbrozzi – che ci permettono oggi di guardare la crisi attuale con positività e sapendo che condizioni migliori arriveranno”.
Ieri si sono ritrovati attorno al tavolo di concertazione direzione aziendale, Confindustria provinciale e i sindacalisti di Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Ugl e Fismic.
Firmato l’accordo di solidarietà, che durerà un anno: dal 19 novembre 2012 al 18 novembre 2013.
L’intesa prevede “l’istituzione – spiega Labbrozzi – di tre gruppi suddivisi a loro volta ion tre fasce di riduzione di orario di lavoro: 12 ore di riduzione settimanale; 24 ore di riduzione settimanale; 32 ore di riduzione settimanale. I turni saranno organizzati tenendo presente l’esigenza di ridurre la presenza dei singoli in fabbrica” e dureranno 6 ore. Previste verifiche trimestrali sull’applicazione dell’accordo ed “è già previsto, al termine di questo percorso, il ripristino delle attuali condizioni organizzative”.
Oggi il referendum con cui i lavoratori decideranno se vogliono o no il contratto di solidarietà. “Siamo fiduciosi”, dichiara il segretario della Fiom. “Consideriamo il contratto siglato estremamente positivo perché ci permetterà di scongiurare ogni forma di licenziamento, di mantenere intatti gli investimenti, di distribuire equamente il peso della crisi all’interno dell’azienda e di ridurre al minimo l’impatto che qualsiasi forma di ammortizzatore sociale ha sulla vita dei dipendenti”.