La difesa studia la strategia e non nasconde che prevede un processo difficile. Il 20 novembre si aprirà il procedimento penale a carico di Camillo Litterio. Il professionista, titolare di uno degli studi notarili storici di Vasto, verrà giudicato dal Tribunale collegiale. Dovrà difendersi dall’accusa di peculato, mentre mentre è stato scagionato da quella di corruzione. Dal canto suo, il notaio di Castiglione Messer Marino ed ex presidente della Pro Vasto respinge le accuse. Si avvicina l’avvio del procedimento penale in cui verrà accertata la verità.
E’ caduta l’accusa di corruzione tentata nei confronti di un dipendente dell’Agenzia delle entrate, rimane in piedi l’ipotesi del peculato. Così ha deciso il giudice per le udienze preliminari, Stefania Izzi, al termine dell’udienza preliminare relativa al blitz con cui i finanzieri della Compagnia di Vasto, agli ordini del capitano Luigi Mennitti, posero agli arresti domiciliari e sequestrarono 157mila euro nel suo studio, attiguo all’abitazione di via XXIV Maggio, in pieno centro. Secondo gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco Prete, il notaio 74enne si sarebbe appropriato di complessivi 500mila euro consegnatigli dai suoi clienti per il pagamento delle imposte relative agli atti notarili.
Il professionista, noto in città per essere stato dal 2000 al 2005 il presidente della Pro Vasto, si giustificò dicendo di aver trattenuto solo temporaneamente quelle somme. Era il 14 ottobre 2010. Successivamente gli furono sequestrate anche 11 abitazioni per un debito nei confronti del fisco valutato dalla finanza in un milione 800mila euro.
Litterio promise di saldare le pendenze con l’Erario. Poi, il 20 gennaio 2011, la remissione in libertà.
Ora andrà a processo il 20 novembre. L’accusa sarà sostenuta dal procuratore capo, Francesco Prete. A difendere l’imputato sarà l’avvocato Giovanni Cerella.