Approda su Rai2 “Made in sud”. La prima delle 11 puntate andrà in onda mercoledì 7 alle 23.40 e vedrà il ritorno sul piccolo schermo di Elisabetta Gregoraci che si aggiungerà ai comici veterani Gigi e Ross, coadiuvati come sempre dalla brava e bella Fatima Trotta.
A presentarci il programma c’è uno dei suoi papà, autore e capoprogetto di “Made in Sud”, Paolo Mariconda. Autore televisivo stimato e brillante ha lavorato praticamente in tutti programmi comici di successo che possono venirvi in mente su tutte le tv nazionali. Solo per citarne alcuni “Zelig”, “Quelli che il calcio”, “Tintoria”, oltre nei programmi di Serena Dandini e della Gialappa’s Band. E’ capoprogetto de “Gli Sgommati”, ora alla terza edizione su SkyUno e Cielo, celeberrimi pupazzi diventati molto famosi grazie alla comicità degli sketch, cult anche su internet.
Tra questi ricordiamo il papazzo di Antonio Di Pietro che durante la festa dell’IdV, rimasto senza alleati politici, era costretto ad aggiornare la cosiddetta “foto di Vasto” con “l’autoscatto di Vasto”. Sullo sfondo dell’autoscatto il Palazzo D’Avalos e la concattedrale di San Giuseppe. In un’altra gag del 25 settembre Di Pietro e Vendola erano agghindati da inviati delle Iene, parodia denominata “Le Vastiene”. Sullo sfondo il nostro Castello Caldoresco. Il fatto che le gag fossero proprio ambientate a Vasto è una rarità per “Gli Sgommati” e si tratta di un vero e proprio omaggio del romano Paolo Mariconda alla nostra cittadina, che conosce molto bene.
“I miei suoceri sono di Isernia ed hanno casa a Vasto Marina, ogni agosto ci porto le mie bimbe per una ventina di splendidi giorni”.
Oltre che capoautore de “Gli Sgommati”, Paolo Mariconda, dicevamo, è creatore di “Made in Sud”, progetto che nasce da lontano e ora approda sulla tv di Stato.
“Made in sud” nasce in seguito ad un preciso percorso che parte da un locale napoletano: il Tam che da quasi venti anni si occupa di cabaret. In questo locale si sono concentrati molti comici del Sud, prendendolo come punto di riferimento artistico, esattamente com’è successo a Milano con lo Zelig. Anni di laboratori, serate live e confronto quotidiano con il pubblico.
In questo clima si è venuto a formare un gruppo di giovani comici con zero esperienza televisiva ma con un’enorme frequenza di spettacoli live.
Fra questi comici, esclusivamente meridionali, c’erano anche due artisti napoletani con più esperienza e con una comicità non strettamente legata alla lingua napoletana: Gigi e Ross con cui avevo fatto il programma comico “Tintoria” su Rai3, nel quale avevo scritto per loro la parodia de le Iene in seguito approdata a Zelig. Gigi e Ross, da anni in radio, avevano sviluppato attitudini alla conduzione.
Inoltre al Tam c’era anche una giovanissima e promettente ragazza, Fatima Trotta poco più che ventenne e con aspirazioni da show girl. La palestra c’era, gli ingredienti pure, il resto è stato conseguenziale. Io Paolo Mariconda, romano e autore televisivo con un lungo passato da comico (nel duo “Scontrino alla cassa”, ndr) e Nando Mormone napoletano e proprietario del Tam e Talent Scout, abbiamo pensato di fare un programma televisivo con queste risorse e con la specifica matrice di comicità “terrona”.
Quindi con la collaborazione di Nando ho costruito un programma di comici meridionali ma di respiro nazionale, che poi abbiamo prodotto e proposto a Comedy Central.
E infatti “Made in sud” rappresenta anche un caso abbastanza raro nella tv di oggi. Passato per 5 anni su Comedy Central e ora su Rai2, a fare la gavetta non è una persona, ma un programma televisivo. La crescita lenta e costante del progetto è uno dei punti di forza del programma?
Il punto di forza di Made in Sud è che (come i vini buoni) ha subìto un processo d’invecchiamento che ora lo ha reso adatto al mercato nazionale. Il progetto e il format “Made in Sud” sono del sottoscritto Paolo Mariconda e di Nando Mormone, ed è stato da noi prodotto nel 2008 e apparso in tv nello stesso anno, grazie alla lungimiranza di Andrea D’Aguanno, di Comedy Central, che ha creduto a questo progetto di comici del sud nonostante lui vivesse a Monza e lavorasse a Milano.
Il mio sguardo romano (per certi versi ai margini di questa meridionalità) mi ha aiutato a creare uno show che rispettasse la grandissima tradizione comica napoletana e del Sud ma che fosse in qualche modo anche di carattere nazionale e comprensibile a tutti. Per questo motivo Gigi Ross e Fatima conducono il programma con uno stile poco partenopeo e da quest’anno sono affiancati anche da Elisabetta Gregoraci, calabrese che vive a Montecarlo.
Inoltre per le battute meno comprensibili, ho inventato la figura del prof. Fischetti, che interrompe i pezzi quando necessario, traducendo la battuta poco chiara.
In conclusione 4 anni di attività quotidiana nel Tam e 5 edizioni televisive su Comedy hanno fatto di “Made in Sud” una macchina ben rodata, da due anni ulteriormente valorizzata da una regia doc come quella di Sergio Colabona. In sintesi ora questi ragazzi ora sono allenati sia in tv che dal vivo.
Quali sono le insidie di questo salto sulla tv di Stato?
Certamente le aspettative della Rai sono superiori a quelle di Sky. I numeri su cui si ragiona questa volta sono diversi e quindi se da una parte aumenta la possibile visibilità, dall’altra aumentano i rischi. Le critiche e le difficoltà sugli ascolti sono dietro l’angolo, cosa che su Sky non accade (cioè accade ma con meno rapidità e frenesia) però a Roma si dice: “chi non risica non rosica”.
A conforto di tutto ciò devo fare i complimenti alla Rai per aver scommesso su un programma di giovani sconosciuti, lasciando quasi integro il progetto e il cast. Segno di volontà di cambiamento di questa azienda.
Per la conduzione avete scelto Elisabetta Gregoraci dopo una selezione in cui sono state escluse tra le altre Alessia Ventura, Melissa Satta e Federica Nargi. Come vi ha convinto la signora Briatore?
La risposta è più banale del previsto. Ci ha convinto con un provino fatto bene. Dunque è andata così: non me ne voglia Elisabetta, ma prima di incontrarla nutrivamo tutti una certa perplessità su di lei. Poi con somma sorpresa e diciamolo, con imbarazzo di tutti noi, al provino è stata brava. Dalla Gregoraci ci aspettavamo lady Briatore from Montecarlo, invece è arrivata la “calabrese” che con semplicità e grinta si è messa in gioco. Si è capito subito che vicino a Fatima stava molto bene. Le due ragazze si sono integrate subito anche se si stuzzicavano con simpatica rivalità femminile, che poi abbiamo messo in scena. Elisabetta è stata brava anche con Gigi e Ross. Insomma cercavamo una quarta conduttrice da affiancare alla conduttrice storica Fatima e la Gregoraci ci è sembrata adatta. Ma la decisione finale, come sempre accade, è stata dell’Editore, ovvero la Rai.
A titolo personale dico che, poiché sono io personalmente che come capoautore mi occupo di lei, devo dire che è attenta, precisa, volenterosa e soprattutto profumatissima.
Puntare per la prima volta in “Made in Sud” su un volto popolare come quello della Gregoraci è stata una scelta autorale vostra, o in Rai è necessario affidarsi ad un nome di successo?
La Rai ha lasciato integro gruppo e progetto. Ha solo voluto inserire una quarta figura femminile che fosse un po’ nota. È stata una scelta condivisa e ponderata in tutte le sue fasi con noi autori. Ma la decisione finale in questi casi le prende sempre l’Editore.
Su alcuni giornali “Made in Sud” è definito l’anti-Zelig o l’anti-Colorado sulla Rai. Non pensi che sia un potenziale boomerang presentarsi al grande pubblico in un quadro dicotomico tra Mediaset e Rai o Nord contro Sud?
La comunicazione è comunicazione. Può far danni, può far bene, regala copertine e attenzione mediatica, insomma nel lancio di un programma tutto fa brodo, anche se, in effetti, non c’è nessuna volontà di esser gli anti di qualcosa. Anzi io stesso come comico ho lavorato tanto a Zelig, negli anni ’90, poi sono passato alla Dandini e in seguito come autore ho continuato ad avere rapporti con entrambi e inoltre con la Gialappa’s, con tanti altri, ma non considero questi mondi dei rivali, anzi se mai dei punti di riferimento per realizzare un progetto che incroci le varie esperienze lavorative. Ognuno di noi è frutto delle proprie esperienze che volente o nolente l’hanno formato.
“Made in sud” è un live con comici, realizzato in studio, non è Zelig non è Colorado, non è Dandini, ma da qualche parte è tutti loro. La storia personale forgia i linguaggi. Sarà il pubblico a decidere se “Made in sud” merita gli stessi successi di questi sopracitati spettacoli. Comunque di sicuro a “Made in Sud” si ride e si fa del buon Cabaret.
Parliamo di un altro programma satirico di cui sei autore, “Gli Sgommati” prodotto da Palomar in onda su SkyUno e Cielo. Spesso si dice che in Italia c’è una fortissima censura dovuta all’ingombrante presenza della Chiesa e della politica. Realmente, quanto ti senti libero in fase di scrittura delle gag?
Innanzitutto ci tengo a dire che “Gli Sgommati”, se pur comico, ha un linguaggio diverso da “Made in sud” che a differenza de “Gli Sgommati” non ha come primo obiettivo l’impegno satirico.
Essendo io il capo autore anche de “Gli Sgommati”, mi confronto ogni giorno in prima persona con il problema di trovare la formula giusta per assestare il colpo con un diretto al mento, senza poi dover rischiare censure di carattere formale. Nel senso che la forma spesso è fondamentale per superare la censura.
Sky non ha particolari problemi verso un tema piuttosto che un altro, ma devo dire bada molto alla forma del contenuto, nonostante questo ogni tanto due legnate fatte bene, senza mediazione, le tiriamo e nessuno dice niente. Tanto di cappello comunque a Sky che attualmente è l’unica rete con una striscia quotidiana di satira e senza vincoli di colore politico.
L’importante è non fare sempre l’assalto diretto in un’unica direzione, ma sparare dove la propria onestà intellettuale porta. Per quanto riguarda la Chiesa non è vero che è un tema pericoloso, anzi io non ho paura di dire… che San Pietro è una piazza di Roma molto bella.
“Gli Sgommati” è in onda sulla pay-per-view e sul canale 26 del digitale terrestre e non gode quindi di una “vetrina in centro”, e nonostante tutto è molto seguito. La chiave del successo, come conferma Mariconda, sta nelle buone idee che in tv pagano comunque e nella censura politica su “RaiSet” che lascia inevitabilmente campo libero alle emittenti non lottizzate. Oltretutto il successo oggi passa dai social network e questa trasmissione è molto interattiva e seguita dal popolo di internet. Certamente la professionalità del gruppo di lavoro è centrale.
C’è un’ottima scrittura televisiva, una attraente realizzazione tecnica e magistrali imitazioni dei personaggi doppiati da Gabriele Marconi, Gennaro Calabrese, Francesca Manzini e Bartolomeo Colucci, poliedrici e capaci di coprire con le loro voci tutto il numeroso “parco pupazzi”.
La tecnica realizzativa de “Gli Sgommati” è molto complessa e le imitazioni sono solo una fase di una catena di montaggio lunghissima che parte alle 9 di mattina e finisce alle 18. In totale ogni giorno, per creare gli 8 minuti di satira quotidiana de “Gli Sgommati” lavorano 45 persone.
La presenza di Berlusconi aiuta molto nella fase creativa delle gag, o è più difficile agire di fantasia quando la realtà è così fantasiosa di suo?
Berlusconi sinceramente è stato una manna per la satira… ma solo per la satira. Oggi con un certo orgoglio posso dire che Berlusconi mi annoia anche a livello satirico, che palle! Possibile che in questo Paese non ci si riesca a liberare di lui neanche nella satira? Vi assicuro che meritano la nostra attenzione anche gli altri… anzi. Il rinnovamento del Paese sarà completato quando la satira cambierà capocomico. Noi de “Gli Sgommati” ci stiamo provando da tre edizioni… ma quello è come Terminator.
Con “Gli Sgommati” voi autori vivete una sfida quotidiana nello scrivere uno show e nel trovare la battuta giusta o più in generale cercare di far ridere il pubblico. Nel passaggio al Governo Monti, quanto è stato difficile abituarsi repentinamente al nuovo diversissimo contesto politico?
All’inizio, come spiegavo sopra, ci fu una grande paura. Il nostro grande giullare se ne era andato. Ci domandavamo cosa fare. Chi è Monti? Qual è il suo indirizzo politico? Purtroppo la paura è svanita presto… Monti si è fatto conoscere subito per quello che è. Passata la paura quindi ci siamo armati e abbiam capito di avere davanti un bel bersaglio e se Monti non mette una tassa pure sulle battute, continueremo il nostro lavoro quotidiano ogni giorno su SkyUno alle 21 e su SkyUno+1 alle 22. Chi non ci segue Equitalia lo colga!.
Vincenzo Scardapane
Foto – Vasto su Sky
Vasto su Sky agli “Sgommati”, il programma di satira politica di Paolo Mariconda. L’autore conosce bene Vasto, dove viene in vacanza tutti gli anni.