La Rsa San Vitale di San Salvo ha avviato le procedure per il licenziamento di 13 persone. Gabriele Cerulli, operatore geriatrico della struttura sanitaria privata, lancia un “appello rivolto ai sindaci San Salvo, Vasto e Cupello, nonché ai componenti territoriali degli Istituti Provincia e Regione: Tiziana Magnacca, Luciano Lapenna, Angelo Pollutri, Vincenzo Sputore, Peppino Forte, Etelwardo Sigismondi, Tonino Marcello, Michelino Natale, Giovanni Mariotti, Camillo D’Amico, Eliana Menna, Giuseppe Tagliente, Antonio Prospero, Niki Argirò e Paolo Palomba.
In qualità di dipendente della Rsa San Vitale di San Salvo, compresa nel gruppo Sangro Gestioni, a sua volta componente della Eukedos spa di Gattatico (Re), vi invito celermente a prendere in considerazione il salvataggio di questa realtà che da’ lustro all’intero territorio da oltre 11 anni in materia di sociale, ma ormai avviata ad un lento e drammatico declino. Oltre ai 13 imminenti licenziamenti nel settore amministrativo in tutto il gruppo, di cui due le figure individuate al San Vitale compreso un operatore (?!), una lunga serie di azioni improprie e illegittime ci vengono perpetrate senza che Cgil, Cisl e Uil ci mettano una nota a tutela. Ho motivo e documenti per affermare che sono assolutamente colluse con l’azienda a danno dei lavoratori. Prova ne sia che in tutto questo marasma, in un’unica occasione la Cisl è intervenuta con una nota in bacheca aziendale, per alzare gli scudi (e mettere le mani avanti) sul salvataggio del Centro Diurno che non è stato mai messo in discussione dai vertici. Sarà un caso che in questo servizio operano una iscritta Cisl, la delegata della Cgil e la delegata della Uil? No! Secondo me è la prova provata degli interessi di parte che sigle sindacali e azienda stanno portando avanti. Non una parola sulla riduzione di forza lavoro ai piani già attuata, non una iniziativa sul puntualissimo ritardo degli stipendi (che a volte arrivano senza busta paga…), solo inutili quisquilie sulla questione dei licenziamenti. L’azienda ha inoltre proceduto a provvedimenti folli su alcuni dipendenti in materia di idoneità dopo le rituali visite mediche che tutti i lavoratori in generale sanno bene a quali miseri livelli vengono effettuate, in stile visita militare di cinquantanni fa.
Stiamo prendendo una deriva pericolosa in virtù delle strategie aziendali che hanno portato a zero la ricaduta economica sul territorio. Dall’acquisto di qualunque prodotto, pane compreso (dal 1° novembre) al servizio di lavanderia tutto avviene in Emilia Romagna. Ci hanno cancellato l’anima, tolto l’identità, sradicato dal territorio. E nonostante le pesanti mannaie del Piano di riassetto sanitario regionale, abbiamo una perdita media di posti letto da qualche mese pari al 10%. Ciò significa che la forza lavoro del San Vitale è di qualità altissima e non può più essere lasciata in mano a lobbie di potere che tagliano e calpestano alla cieca senza tener conto di niente e nessuno. Chiedo ai politici del territorio di intervenire e perseguire la strada intrapresa a Termoli, dove Opera Serena tutelata magnificamente dai sindacati è uscita da Eukedos. Chiedo altresì ai vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil di intervenire in prima persona sulla questione destituendo dai rispettivi ruoli chi li rappresenta nel peggiore dei modi”.
Gabriele Cerulli – Operatore geriatrico Rsa San Vitale di San Salvo