Se non hanno compiuto i 60 anni i consiglieri regionali non possono avere il vitalizio. Prima di quella soglia d’età niente pensione che va da un minimo di 1700 euro a un massimo di 4mila, a seconda degli anni in cui si è rimasti seduti tra gli scranni di Palazzo dell’Emiciclo.
E’ il principio fissato dalla Corte dei conti. L’organo di giustizia amministrativa e contabile ha così respinto il ricorso presentato da Massimo Desiati, assessore regionale all’Ambiente e al Turismo nella legislatura compresa tra il 2000 e il 2005, quando il presidente era Giovanni Pace.
Desiati, che all’epoca militava in Alleanza nazionale e oggi è vice presidente abruzzese di Grande Sud, il movimento politico di cui è leader l’ex ministro Gianfranco Miccichè, aveva percorso le vie legali, rivolgendosi ai giudici romani per chiedere che gli venisse riconosciuto il diritto a riscuotere un vitalizio da 2mila 500 euro mensili nonostante la nuova legge, approvata nel 2010, avesse innalzato l’età minima da 55 a 60 anni. Alla base dell’azione legale, il leader della lista civica Progetto per Vasto adduceva due motivazioni. Prima: ormai era cessata la carica di assessore regionale. Seconda: negli anni del suo mandato in Regione era in vigore la vecchia normativa.
Gli uffici regionali si sono opposti a questa richiesta. La Corte dei conti ha stabilito che il rapporto tra Desiati e il Consiglio regionale “era ancora pendente alla data di entrata in vigore del testo unico nnumero 40 del 2010, cosicché rientra, in pieno, nell’applicazione della più restrittiva disciplina dei requisiti anagrafici per ottenere l’assegno vitalizio”. Nella loro decisione, i magistrati contabili hanno statuito che il diritto alla pensione da consigliere regionale si matura al compimento del 60° anno di età e non prima.
In Abruzzo 130 politici percepiscono il vitalizio, che sarà abolito a partire dal prossimo quinquennio: chi entrerà in Consiglio regionale con le prossime elezioni non avrà aspettative di pensione. La Regione spende ogni anno 5 milioni e mezzo di euro per questo genere di emolumenti, che vanno da un minimo di 1700 euro (per chi ha ricoperto la carica di consigliere per un solo quinquennio) a un massimo di 4mila (a beneficio di coloro che siedono nell’aula consiliare da almeno 16 anni). Vista la prossima decadenza di queste rendite, per altri 71 politici abruzzesi in attesa di pensione è stata varata una norma che consente loro di recuperare i contributi versati, comprensivi degli interessi maturati, rinunciando al vitalizio.