E’ rottura delle trattative tra proprietà e sindacati della Smi, la società meridionale inerti che ha sede a Vasto e uno stabilimento in via di chiusura a Mafalda, dove dovrebbe essere realizzato un impianto termoelettrico a biomasse, la cui procedura però si è arenata in Regione Molise.
La Smi polemizza coi sindacati: “La rottura delle trattative comporterà l’immediata procedura di licenziamento per i 60 operai”. La Cgil non ha accettato la proposta di proseguire fino al 31 dicembre la cassa integrazione in deroga e di tenere aperte le procedure di mobilità, “acconsentendo poi ad un accordo volontario sui licenziamenti”.
La posizione della Smi – Al termine del faccia a faccia coi sindacati, la Società meridionale inerti ha diffuso questo comunicato: “Si è svolta oggi presso la sede dell’assessorato alle politiche sociali della Regione Molise l’incontro teso risolvere la crisi dei lavoratori della Smi di Mafalda.
Le parti sono giunte all’incontro nella consapevolezza che la procedura di rilascio dell’autorizzazione al progetto della centrale a biomasse nel comune di Mafalda si è irragionevolmente arenata in conferenza dei servizi senza che la Regione abbia fornito una adeguata spiegazione.
Tuttavia, la società si è mostrata disponibile a proseguire la Cigo (cassa integrazione ordinaria) in deroga fino al suo naturale esaurimento, ossia il 31 dicembre 2012 chiedendo, però, alle rappresentanze sindacali, di mantenere aperta la procedura di mobilità fino alla fine dell’anno acconsentendo poi ad un accordo volontario sui licenziamenti.
I sindacati, in particolare la Cgil, non hanno mostrato nessuna apertura ad un’ipotesi di accordo nei termini proposti dalla società, con ciò impedendo qualsiasi possibile forma di prosecuzione del tavolo delle trattative.
La rottura delle trattative da parte dei sindacati comporterà, quindi, l’immediato licenziamento di oltre sessanta lavoratori, nonché un ulteriore aggravio dei costi per l’azienda che già si trova in una difficile posizione finanziaria.
Tutto questo nella totale indifferenza della politica molisana”.