Nicola D’Attilio, 50 anni, la maggior parte dei quali trascorsi a seguire la squadra della sua città, ha visto crescere gente come Lemme, D’Ainzara, Naccarella e moltissimi altri ragazzi vastesi che hanno indossato la maglia biancorossa. Un amore iniziato sul finire degli anni ’60 che va avanti ancora oggi, anche se qualcosa è cambiato e, a suo dire, non è più come prima. D’Attilio, che nel tempo libero allena Il Golfo Calcio Vasto nel campionato Amatori, ha dei trascorsi all’interno della società come accompagnatore e a casa ha un archivio composto da materiale carteceo, ritagli di articoli di giornale, pubblicazioni di varie epoche, cartoline e foto, tutto rigorosamente legato alla Vastese e alla Pro Vasto, come si legge sopra lo scatolone che li custodisce: Archivio anni d’oro della Pro Vasto, visibile nella fotogallery. Grazie a lui abbiamo potuto ripercorrere gli anni passati e fare un tuffo nei ricordi, oltre a parlare della sua proposta: fare un museo del calcio a Vasto.
La sua “carriera” da tifoso è iniziata presto.
Ho avuto la fortuna di vivere gli anni più belli del calcio vastese, a partire dalla stagione 1967/68, l’anno dopo ho assistito alla promozione in serie C, ero sempre allo stadio.
Poi è entrato in società.
Facevo l’accompagnatore, ho avuto a che fare con Lemme, D’Ainzara, Naccarella, Ottaviano, Anzivino, Ercolano, Giammarinaro, De Biasi, Salvioni, Mileno. Lavoravo prevalentemente per le giovanili, nel periodo in cui sfornavano talenti per la prima squadra. L’anno di Salvioni in C2 avevamo una rosa con 12 vastesi, fummo premiati per meriti sportivi e non avevamo nessun debito, un esempio per tutti.
Quando Fiorenzo D’Ainzara fece a San Salvo il provino per l’Ascoli lei c’era.
Sì, lo presero subito, poi un bel giorno segnò quel famoso gol in sforbiciata al Milan di Gullit, è stato bellissimo.
Quali sono stati gli anni più belli?
I primi, quando vincevamo i campionati, quelli con Feliciano Orazi in panchina e quelli con Ammazzalorso.
Chi sono stati i più forti?
Ne sono passati tanti: Mileno, Lo Vecchio, Anzivino, ma anche Mazzetti che arrivò dal Modena, De Foglio e Cappotti.
La partita che non dimenticherà mai?
La vittoria nel 1972 contro il Pescara per 1-0 con la rete di Lovecchio e quella del 1973/74 con mister Giammarinaro a Chieti, ma anche quando battemmo all’Aragona il Catania nell’anno della sua promozione in B, fu la prima sconfitta in quella stagione.
Che atmosfera si viveva la domenica?
A Vasto hanno giocato tante società gloriose come Empoli, Frosinone, Catania, Spezia e non era terra di conquista per nessuno, era un campo difficile, il vecchio Aragona era chiamato la fossa dei leoni, ci temevano tutti. Quella di Vasto è da sempre una tifoseria calda e calorosa, ma anche gli ospiti si facevano sentire, quando eravamo in C venivano almeno 3.000 persone. Ricordo il 2-0 contro il Matera, faceva molto freddo e pioveva, ma c’era comunque tantissima gente. In quegli anni si viveva di calcio, non c’erano tutte queste possibilità di seguire le partite come oggi, con Sky e tutto il resto. Si giocava solo la domenica, purtroppo il sistema calcio è stato rovinato in parte anche dalle televisioni. Quelli era altri tempi, tempi di pane e calcio.
Le piace il calcio di oggi?
Ora non vedo più ricambio, prima c’era più voglia e sacrificio, adesso no, c’è meno voglia di soffrire, prima invece si teneva molto alla maglia.
Come vede la situazione del calcio in città?
Non voglio essere offensivo, ma per noi queste categorie non sono adatte, abbiamo bisogno di tornare nel calcio che conta, ma non con due squadre, ne basta una ma buona e questo si può fare, non ci vuole nulla invece di continuare a discutere, mi sembra di vivere ai tempi dei guelfi e dei ghibellini. L’avrei fatto io con il Golfo Calcio, ma non era giusto che una realtà come la nostra ripartisse così in basso. Noi siamo almeno da Serie D, ma mi rendo conto che oggi fare calcio non è così semplice, un tempo era meno complicato e dispendioso, non c’erano le fideiussioni e l’empals.
Torneranno i fasti di un tempo?
Lo spero, ma onestamente penso di no, era importante ripartire, ma oggi il calcio ha troppi costi e per le piccole squadre sono venuti meno anche gli introiti della pubblicità e del totocalcio. I tempi sono cambiati, sono fallite importanti realtà di grandi città come Perugia, Treviso, Venezia, Mantova e tante altre ancora. Questo deve fare riflettere.
Si farà una fusione tra Vastese e Vasto Marina?
Non ci ho mai creduto ed è giusto che tutti vadano avanti per la propria strada e che facciano ciò che vogliono, d’altronde il Vasto Marina ha già cambiato nome una volta in passato. Fosse stato per me avrei fatto una squadra minore, dove schierare i più giovani e una Vastese con elementi di spessore.
Le piace la Vastese attuale?
Li conosco tutti, pensavo che oggi sarebbero stati a punteggio pieno, invece quando ho visto le partite contro Sambuceto San Paolo e Passo Cordone sono rimasto molto deluso e pensare che non mettevo piede all’Aragona da due anni. Mi dispiace per Luigi Baiocco che è un amico, ma spero che Vecchiotti riesca a mettere le cose a posto, lui può fare bene, è grintoso e sa stimolare, ci ho lavorato alla Beretti della Pro Vasto. In estate avevo consigliato Torres del San Salvo, ma aveva già firmato, lo conosco e avrebbe potuto fare comodo. La situazione è questa non è che la squadra stia facendo così bene, ma l’importante era ripartire, speriamo che si vada vanti con coerenza.
Come nasce l’idea di raccogliere tutto questo materiale?
E’ il frutto di anni di passione, non riaprivo questo scatolone da tempo, è sempre emozionante rivedere certe immagini, ci sono foto dei piccoli Lemme, D’Ainzara, Naccarella e tantissimi altri ragazzi. Sarebbe bello se anche a Vasto si potesse fare un museo del calcio, io potrei contribuire con quello che ho.
Foto – Nicola D’Attilio e il suo archivio
Con Nicola D’Attilio alla scoperta del suo archivio biancorosso.