Ha 16 anni, frequenta il Liceo Scientifico, gioca a pallavolo da 11 ed è il capitano della San Gabriele Volley in serie C. La prima partita non è andata bene, con una netta sconfitta ad Altino. Ma se si pensa che delle ragazze in campo solo una era maggiorenne, ecco che le cose cambiano. La San Gabriele Volley, dopo il ciclo vincente che l’ha portata fino alla B2 riparte da un gruppo che ha tanta voglia di fare. E riparte dal suo capitano Serena Mariani.
L’esordio in campionato è da dimenticare.
Abbiamo giocato male, facendo molti errori. Nessuno di noi pensa di andare chissà dove in questo campionato. Però l’unica cosa che voglio è diminuire gli errori, fare meno “scemenze” in campo. E’ vero, siamo piccole, ma non deve essere una giustificazione. Dobbiamo cercare di dare qualcosa in più tutte quante perché è vero che c’è Caterina (De Marinis) in campo con noi, ma non è solo lei che deve giocare. Siamo tutte noi che dobbiamo giocare e crederci un po’ di più. E per crederci non intendo il voler vincere necessariamente la partita, quanto raggiungere ogni volta il punteggio più alto che possiamo.
Ti aspettavi di essere scelta come capitano?
Sinceramente no, anche se è da tanto che desideravo esserlo. Ho iniziato a giocare 11 anni fa, quando ne avevo appena 5. La pallavolo prima della scuola. Maria Luisa (Checchia) mi ricorda sempre della prima volta che sono entrata in palestra. E’ stata una scelta direi naturale, perché mia madre e mia sorella giocavano. Venivo in palestra a vedere gli allenamenti di mia sorella e per fortuna ha iniziato a piacermi questo sport.
Come vivi questa investitura?
Non voglio chiamarla proprio responsabilità. E’ un qualcosa di diverso. Per me, però, è importante di essere il capitano di questa squadra. E’ la prima volta che mi capita e non pensavo proprio accadesse ora in serie C. Spero di essere all’altezza. Però mi fa un po’ strano essere il capitano di Caterina De Marinis, una mito della pallavolo!
Questo è l’anno della ripartenza con un nuovo ciclo. Che gruppo siete?
Abbiamo fatto insieme nazionali under 14, campionato under 18, abbiamo giocato e vinto in prima divisione, quindi è sicuramente un gruppo con cui ho passato momenti bellissimi. Siamo molto compatte, tutte sono integrate, facciamo serate insieme, ci divertiamo. Scherziamo molto, anche ad allenamento con Ettore (Marcovecchio) che può sembrare un duro ma al momento opportuno sa anche sdrammatizzare con una battuta. Sono molto affezionata a questo gruppo e non potrei mai immaginarmi di poter giocare in una squadra dove non ci fossero loro.
Vi ritrovate non solo in palestra ma anche fuori dal campo. Questo è un vantaggio o no?
I momenti che passiamo fuori dalla palestra li ricordo sempre come bellissimi momenti. Però ci possono sempre essere dei litigi che accadono fuori che una persona un po’ più emotiva, che se la prende di più, può finire per esserne condizionata quando poi è in campo.
Oltre che capitano sei anche la palleggiatrice. Per te la responsabilità in campo è doppia.
Ma le responsabilità non sono mai troppe. Il mio ruolo mi piace, perché sono una persona che si è fatta sempre troppi problemi per l’altezza. Ho il compito che ho è quello di gestire sempre bene la squadra. Cerco di farlo al meglio perché magari è l’unica cosa dove davvero posso riuscire.
Le vostre aspettative per questa stagione?
Le nostre aspettative sono quelle di riuscire a fare il meglio che si può. Non ci aspettiamo certamente di vincere tute le partite. Vorrei almeno salvare questa serie C e far capire alle persone che, anche se siamo tutte ragazze del ’96, ’97, addirittura del ’98, abbiamo tanta ma tanta grinta e voglia di migliorare. Non penso che ragazze della nostra età vengano tutti i giorni in palestra a fare allenamento, rinunciando ad uscire, a stare con le amiche, se non hanno questa voglia di crescere. Quindi, secondo me, riusciremo sicuramente a migliorare e sarà una bellissima esperienza.