Ha respinto gli addebiti il supplente di 65 anni finito agli arresti domiciliari con le accuse di maltrattamenti nei confronti di fanciulli, falsità ideologica in atto pubblico commessa da privati, omessa denuncia di armi e cessione di arma a privati senza titolo. Stamani, assistito dall’avvocato Concezio Di Risio di Casalbordino, l’uomo è comparso dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vasto, Anna Rosa Capuozzo, per l’interrogatorio di garanzia.
L’indagato ha risposto alle domande del magistrato. “A questo caso è stata data un’esagerata risonanza”, sostiene l’avvocato Di Risio. “Il mio assistito ha negato gli addebiti. Credo che i fatti debbano essere analizzati da una diversa visuale. Avevamo presentato subito istanza di remissione in libertà al Tribunale del riesame dell’Aquila. Ora, dopo l’interrogatorio, sarà il gip a decidere sulla revoca della misura restrittiva”.
La scorsa settimana, in una conferenza stampa tenutasi in Commissariato, la notizia dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice Capuozzo su richiesta del pm Giancarlo Ciani era stata ufficializzata da Cesare Ciammaichella, vice questore di Vasto.
Le indagini sono partite dall’esposto presentato da una dirigente scolastica di Vasto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di via Bachelet. Il supplente è rimasto in servizio in una scuola della città per meno di tre mesi, a partire dal 28 settembre 2011. A dicembre la preside lo ha sospeso per 10 giorni non retribuiti. Poi, dal 17 dicembre non gli è stato più possibile insegnare, misura che era già scattata anni fa a seguito delle condanne per atti di libidine su minori e ratto di minore.
Secondo la squadra anticrimine, sono 14 i casi di maltrattamento accertati in una scuola di Vasto e riconducibili all’accusato. Lui respinge le accuse. Ha anche presentato una richiesta di risarcimento danni nei confronti della direzione scolastica. Ora la prima domanda cui la magistratura deve rispondere è questa: l’indagato è pericoloso e, dunque, può reiterare il reato? Dalla risposta dipende la sua richiesta di tornare libero.