“Sei un deficiente”. E tirava le penne addosso agli alunni che non rispondevano alle sue domande. Cominciano a parlare i familiari delle vittime del supplente accusato di maltrattamenti in classe
“Tutto è cominciato dalla segnalazione di una mamma”, racconta un’insegnante della scuola di Vasto da cui è partita la denuncia che ha dato il via alle indagini eseguite dalla squadra anticrimine del Commissariato, agli ordini del vice questore Cesare Ciammaichella.
“Il racconto della signora è giunto a distanza di pochi giorni dall’assunzione del supplente”, dice la collega, ancora scossa nel raccontare tre mesi di paura vissuti dagli alunni. Chiede di non rivelare il suo nome. “Era un uomo sgarbato, ci siamo insospettiti fin dall’inizio”.
Sospetti subito confermati consultando il casellario giudiziale del Tribunale di Vasto, dove risultavano due condanne per reati contro i bambini: atti di libidine su minori e ratto di minore. Precedenti penali di cui non c’era traccia l’autocertificazione presentata dal supplente per essere inserito nella graduatoria delle assunzioni. A quel punto, il primo problema era evitare che l’uomo continuasse a insegnare. La direzione della scuola ha fatto scattare la procedura di contestazione di addebito nella prima metà di novembre e un esposto alla Procura della Repubblica presso il palazzo di giustizia di via Bachelet.
“Prendeva a parolacce e insultava gli alunni. A uno ha rifilato un calcio alle gambe”, lanciava penne e gessetti a chi non rispondeva alle sue domande. Secondo l’accusa, alzava anche le mani nei confronti dei maschi, mentre le femmine erano le sue predilette, anche se “non si sono verificati episodi a sfondo sessuale”, ha precisato Ciammaichella.
Gli investigatori hanno accertato che le vittime sono 14. In meno di tre mesi, visto che nella prima metà del dicembre 2011 l’uomo è stato sospeso per 10 giorni dalla scuola, poi è arrivato il divieto di insegnare. E il 12 ottobre 2012 la magistratura gli ha fatto notificare dalla polizia un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari.