Era il 15 ottobre 2011. Esattamente un anno fa una ragazza lituana di 24 anni, Neila Bureikaite, veniva assassinata con tre coltellate alla schiena in un appartamento di via Pertini, nella parte settentrionale di Vasto. Per quell’assassinio, la scorsa estate è stato condannato il convivente, Matteo Pepe, 44 anni, imprenditore edile originario di Motta Montecorvino (Foggia), ma residente da anni in città.
Un dramma che ha scosso la città dopo ad un ventennio dall’ultimo assassinio. Omicidio volontario. Con questa pesante accusa, al termine del processo, svoltosi con rito abbreviato, il Gup del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, lo ha condannato a 16 anni di carcere.
Ora, a distanza di un anno dai drammatici fatti accaduti in quella palazzina di via Pertini, la difesa deve decidere se presentare o no il ricorso necessario ad avviare il processo di secondo grado. A giorni gli avvocati di Pepe, Pasquale Morelli e Giampaolo Di Marco, decideranno se il procedimento penale si deve riaprire.