Forse non tutti sanno che Vasto vanta anche un nazionale italiano di frisbee che ha partecipato sia agli Europei che ai Mondiali, si chiama Domenico Salvatorelli, ha 31 anni, in molti lo hanno conosciuto e apprezzato come barman, ma è anche uno dei più importanti e affermati giocatori nel nostro Paese. Di ruolo è portatore e gli esperti dicono che le sue caratteristiche principali sono la resistenza e la precisione nel lancio.
Nessuno meglio di te può parlarci di questo sport.
Si gioca in 7 contro 7, in spiaggia, erba e indoor, le squadre più forti del mondo sono negli Usa: San Francisco e Seattle. Anche Canada e Giappone sono grandi squadre, mentre in Europa al top ci sono Austria, Svezia e Inghilterra. Una partita dura al massimo 120 minuti, vince chi arriva prima a 17 punti, non esiste il pareggio e non c’è l’arbitro, strano a dirlo, ma penso sia l’unico sport al mondo che non prevede questa figura, ma non pensate che sia il paese dei balocchi, il regolamento fa in modo che si giochi senza imbroglio e se c’è qualcuno che vuole fare il furbo puoi batterlo con il regolamento. La prime cose che ti insegnano sono il fair play e il rispetto delle regole, chi non le conosce non può giocare.
E tu come ci sei finito?
E’ iniziato tutto a Vasto nel 2002, per gioco, con alcuni amici più grandi di me, vivevano a Ravenna e Rimini e proprio da quelle parti avevano iniziato a praticare questo sport, così ho iniziato anche io. A Bologna, dove sono andato per frequentare Scienze Motorie, ho conosciuto Davide Morri, il capitano della squadra Cusb La Fotta e con lui ho iniziato a giocare con maggiore continuità, ho fatto tutta la gavetta, con cinque allenamenti a settimana e sono arrivato in prima squadra, avevo 21 anni. In quel periodo facevo anche arti marziali a livello professionistico e per un po’ ho cercato di continuare con entrambi, ma poi ho optato per il frisbee.
Da quel momento ti sei imposto anche a livello nazionale.
Ho giocato in Seria A Elite, la categoria più alta e ho vinto anche il campionato. In Italia ci sono una trentina di squadre divise in tre categorie. Ho allenato la Nazionale Italiana Femminile con cui ho preso parte ai Mondiali del 2009 a Heilbronn e agli Europei 2010 a Vienna. Sono stato allenatore delle giovanili del La Fotta e insegno anche nelle scuola.
Quindi non giochi solamente?
Oltre a giocare sono istruttore sia per la Federazione che per il Cusb. Con la Federazione siamo molto impegnati a far crescere questo sport, a farlo conoscere e a far nascere nuove squadre. Vogliamo promuovere la crescita in ambito nazionale, facciamo dei corsi, sensibilizziamo gli insegnanti di educazione fisica, gli istruttori e tutti coloro che lavorano nell’ambito sportivo. I risultati arrivano, infatti nel frattempo sono nate squadre a Bari, San Benedetto, Roma, strano, ma la Capitale non ne aveva nemmeno una.
Il frisbee è uno sport seguito?
In Usa ci sono 27.000 iscritti, noi siamo 800, adesso è molto più seguito che in passato, qui a Vasto non molto, ma in giro ha il suo seguito. A me piace molto e lo consiglio a tutti, chi volesse saperne di più può consultare il sito www.fifd.it.
Il livello com’è?
Quando ho iniziato era basso, oggi si è alzato molto, da parte nostra ci siamo messi d’impegno per raggiungere degli standard più elevati e poter competere anche all’estero. Con il capitano abbiamo cercato anche nuovi giocatori nelle scuole superiori, così siamo cresciuti sia a livello numerico che qualitativo. Siamo diventati la migliore squadra d’Italia, insieme a Rimini, la metà di noi era in nazionale. La maggior parte dei giocatori sono del nord Italia, del sud in Nazionale ci sono solo io.
In una settimana quante volte ti alleni?
Almeno 3-4 volte a settimana, a metà ottobre riprende il campionato e voglio essere pronto.
Come va la Nazionale Italiana?
All’inizio quando ho fatto le prime amichevoli eravamo molto distanti dal resto d’Europa, poi nel 2008, dopo un mondiale negativo, siamo migliorati. Ora siamo tra le prime dieci squadre al mondo.
Con la selezione azzurra hai preso parte sia ai Mondiali che agli Europei.
Nel 2007 ero a Southampton in Inghilterra per gli Europei, ci siamo classificati al dodicesimo posto, nel 2010 ero al Mondiale in Canada a Vancouver, dove siamo arrivati decimi.
Hai visto anche molti posti grazie a questo sport.
Questo è un altro aspetto molto positivo, sono stato in quasi tutta Europa: Parigi, Bruxelles, Zurigo, Nion, Basilea, Amsterdam, Copenaghen, Rostock e ho conosciuto tantissima gente.
E’ stata dura con lo studio?
All’inizio giocavo, insegnavo, andavo all’università e studiavo, ma avevo un vantaggio, la mia facoltà, scienze motorie, è attinente a questo sport, quindi non è stato molto difficile, ho fatto anche la tesi si laurea sull’Ultimate Frisbee, che sarebbe la specialità che pratico.
Vorresti organizzare anche qualcosa a Vasto?
In passato ho fatto delle lezioni ai ragazzi del Liceo Scientifico e dell’Industriale, a loro piaceva molto, venivano anche la sera ad allenarsi con me, avevamo creato il Vasto Club Ultimate, erano una ventina, siamo andati anche a Roma per delle partite, poi ho ricominciato a giocare e non li potevo seguire. Abbiamo organizzato un torneo al campo della 167 due anni fa, al quale hanno partecipato 250 ragazzi, dai 16 ai 19 anni, non me l’aspettavo. Questo è un progetto che conto di riprendere quando non giocherò più e farò solo l’allenatore, così proverò a lanciare qui dei nuovi giocatori.
Progetti per il futuro, oltre ai talenti locali?
Non escludo un’esperienza all’estero, anche se più il livello è alto e più la selezione è dura. Comunque fin quando le gambe reggono andrò avanti, in Italia ci sono giocatori dai 17 ai 40 anni, ho ancora tempo, dipende dal fisico perché si corre molto ed è faticoso e si deve essere sempre vigili e attenti, ci sono tanti cambi di direzione e molti schemi, si deve sempre fare qualcosa per la riuscita dello schema, anche quando non si è nel vivo dell’azione.
Quando hai iniziato pensavi di raggiungere questi livelli?
Correvo dietro agli altri, senza mai toccare il frisbee, questo è uno sport pieno di movimenti e di tattica, ci vuole intelligenza e senza esperienza corri a vuoto. Poi quando ho imparato a lanciare dove volevo mi sono reso conto che potevo farcela, ma ci ho messo un anno e mezzo, dipende molto anche da quanto ti alleni. Io all’università con il disco ero come quelli di Holly e Benji con il pallone, ci andavo ovunque.
Alle Olimpiadi ci pensi?
Il frisbee purtroppo non è sport olimpico anche se potrebbe diventarlo, non ci andrò come giocatore, è difficile, ma da allenatore non si sa mai.
Foto – Domenico Salvatorelli
Le immagini del vastese Domenico Salvatorelli, nazionale italiano di frisbee.