Vede una ragazza che gli piace. La giovane è in giro con un altro. Allora lui, in ventunenne rumeno, si scaglia contro il rivale in amore. Lo insulta e lo picchia a sangue, mandandolo all’ospedale. E’ successo a Vasto, dove la polizia ha denunciato per lesioni personali B.M.L., residente in città.
“I due avevano litigato per una ragazza”, conferma Cesare Ciammaichella, vice questore di Vasto. “I due si conoscevano superficialmente da tempo e, pur senza essere amici, si frequentavano saltuariamente, come avviene spesso per connazionali che vivono all’estero. Proprio per questo il giovane minore non si aspettava quella aggressione improvvisa, selvaggia e immotivata”.
Nei giorni scorsi il minorenne esce per farsi una passeggiata. Incontra il conoscente, che “vendendolo, gli si avvicina con fare minaccioso. Inizia a insultarlo con fare frenetico e confuso, senza farsi capire, per via di una ragazza che probabilmente interessa a entrambi”, racconta il dirigente del Commissariato di via Bachelet. “A nulla valgono le spiegazioni del giovane rumeno che non ha il tempo di spiegarsi, tanto è veloce l’aggressione”.
Dalle parole, il ventunenne passa subito alle vie di fatti e “gli sferra due violente testate in pieno viso e, quando l’ha visto cadere a terra sanguinante, ha continuato a colpirlo con calci e pugni mettendo in evidenza una capacità violenta ben precisa”. Poi l’aggressore si dilegua. “Il ragazzo nonostante le gravi ferite al volto e al torace, si trascina fino a casa. Racconta tutto a sua madre che, oltre a non rivolgersi tempestivamente alle forze di polizia, non capisce la gravità delle lesioni e non accompagna il figlio al pronto soccorso”. Solo all’indomani del grave episodio la donna decide di portare il figlio al San Pio da Pietrelcina, dove i medici gli diagnosticano un trauma craniofacciale, la frattura delle ossa e del setto nasale e lesioni in varie parti del corpo. Lo medicano gli ricompongono la frattura e sciogono la prognosi: guarirà nel giro di 30 giorni.
Eppure, nonostante la violenza subita, la donna non sporge denuncia, “forse – ipotizza Ciammaichella – per paura di ritorsioni o forse solo per un fatto di cultura”. Le indagini scattano d’ufficio perché in casi come questo sono gli stessi sanitari del Pronto soccorso a segnalare l’accaduto e a inviare alla polizia il referto medico, come previsto dalla legge.
“La squadra anticrimine – spiega Ciammaichella – ha faticato non poco per rintracciare la vittima del reato e tranquillizzarla. Il minore non intendeva sporgere denuncia, mentre la madre, che doveva assisterlo nella redazione dell’atto (anche se di azione pubblica) non faceva nulla per convincere il figlio a collaborare con le forze di polizia.
Dopo un sottile lavoro di persuasione gli investigatori riuscivano a identificare compiutamente prima la vittima e poi l’aggressore, ricostruendo attentamente i fatti.
Dagli accertamenti effettuati presso il centro elaborazione dati è emerso che l’aggressore era incensurato e che viveva a Vasto da anni insieme alla sua famiglia.
Alla fine il minore rumeno, sottoposto all’individuazione fotografica, ha riconosciuto senza alcun dubbio l’amico connazionale che l’aveva così gravemente ferito.
Nessuno dei due ragazzi ha precedenti penali. Identificato per B.M.L., il rumeno di anni 21, è stato deferito alla locale autorità giudiziaria per il reato di lesione personale”.