“Vige il massimo riserbo. Non posso fornire alcuna informazione”, dice il direttore delle Poste centrali di Vasto, Giuseppe Sciotti. Immagini delle telecamere a circuito chiuso e il codice elettronico che registra giorno, ora, minuti e secondi dell’apertura della cassaforte: sono questi gli elementi che stanno indirizzando la magistratura vastese verso la scoperta del colpevole. E’ di 15mila euro complessivi il bottino del furto messo a segno all’ufficio postale di viale Giulio Cesare.
Le indagini della Procura di via Bachelet sono a buon punto. Ci sarebbe anche un sospettato. I fatti risalgono al 31 agosto scorso. Nel pomeriggio gli uffici di Poste business sono vuoti, non gli altri uffici, dove sono al lavoro diversi impiegati. Mani ignote aprono la cassaforte, prendono una cassetta di metallo che contiene le banconote e arraffano i soldi.
Alla riapertura il denaro non c’è più e scatta la denuncia con cui viene avviata l’inchiesta della magistratura, che ha sentito le testimonianze del direttore delle Poste centrali e di quello dell’ufficio business, entrambi assenti nel giorno in cui è stato commesso il reato.
In assenza di segni di scasso, la pista più accreditata è questa: il raid sarebbe stato compiuto da chi conosceva il codice d’accesso alla cassaforte e sapeva quando entrare in azione. Ma la videosorveglianza delle stanze vicine al vano cassaforte e la registrazione di data e ora precisa in cui il caveau è stato aperto potrebbero incastrarlo.