Si torna in aula il 27 febbraio 2013. Si allungano i tempi del maxi processo scaturito dall’inchiesta Autovelox selvaggio, condotta dalla Procura di Vasto e dai carabinieri della Compagnia di Atessa riguardo all’utilizzo delle apparecchiature sulla Trignina, la strada che collega Abruzzo, Molise e Campania. Quindici gli imputati, 272 le parti civili (gli automobilisti che si ritengono ingiustamente multati e che intendono chiedere il risarcimento danni), mentre in totale saranno chiamate a testimoniare dinanzi al Tribunale collegiale 400 persone. Inizialmente prevista per il 21 settembre, in pieno sciopero degli avvocati contro il rischio di soppressione delle sedi giudiziarie minori, tra cui il palazzo di giustizia di Vasto, l’udienza ora slitta ai primi di novembre. Si allungano i tempi della vicenda processuale innescata dalle battaglie legali avviate dal comitato Pro Trignina, presieduto da Antonio Turdò.
Intanto, la battaglia legale si inasprisce: “Il mio cliente, il vigile urbano Domenico Profeta, ha querelato Turdò”, dice a ZonaLocale.it l’avvocato Arnaldo Tascione. “Il presidente del comitato, in una comunicazione resa alla stampa, aveva affermato che l’agente municipale stava azionando un autovelox imboscato lungo la Trignina. In realtà, quel giorno il mio cliente si trovava in ferie in Germania”. La querela per diffamazione è stata presentata anche nei confronti di un sito d’informazione della zona.
“Ci stiamo difendendo da questa accusa”, dice telegrafico l’avvocato Raffaele Giacomucci, che non aggiunge altro.