Uno spiraglio di luce nel futuro dell’autoporto di San Salvo. La struttura, costruita, inaugurata e mai utilizzata, è al centro dell’attenzione di diversi enti. Il problema, ormai da troppi anni, è trovare qualcuno che la gestisca. Diversi i fattori che impediscono l’avvio delle attività. Però, dopo le ultime discussioni in Regione, sembra esserci un cauto ottimismo.
“Il primo passaggio -spiega Nicola Argirò, presidente della IV commissione della Regione Abruzzo- è l’approvazione dell’emendamento del Pd sulla possibilità per i comuni al di sotto dei 30mila abitanti di entrare in società partecipate”. Infatti, il comune di San Salvo, che pur vorrebbe entrare con una quota in una ipotetica società mista non può farlo proprio per questa norma esistente. “La Regione ha già detto che entrerà col 15% -spiega Argirò-”. Il Comune di San Salvo,se messo nelle condizioni di farlo, dovrà stabilire di quale quota farsi carico, presumibilmente attorno al 20. Resterebbe poi una parte pubblica da completare, e trovare i partner privati. La struttura, però, a causa di ladri, vandali e incuria del tempo, ha subito diversi danni. “Abbiamo avuto un colloquio con il commissario del consorzio industriale Battaglia-ha spiegato Argirò- che ha dato mandato ai tecnici di quantificare la somma necessaria per la risistemazione dell’autoporto”. I fondi per effettuare i lavori deriveranno dai fondi Fas. Oltre ai lavori verrà istituita la vigilanza, attracverso un sistema di videosorveglianza, affinchè la struttura sia sotto controllo.
Inoltre, Argirò ha convocato un incontro con i 4 sindaci dei comuni in cui sono situati gli autoporti abruzzesi: San Salvo, Avezzano, Roseto e Castellalto. “L’incontro sarà importante per capire come creare una rete efficiente tra le quattro strutture, in modo da offrire un servizio virtuoso”.
Tra le ipotesi c’è anche quella di assegnare ad altre funzioni la struttura di Castellalto, vista la vicinanza con Roseto che quindi potrebbe assorbirne i servizi.
Sembrano esserci buoni auspici, quindi, per la struttura costata 33 milioni di euro e fino ad oggi rimasta con i cancelli serrati.