Il consigliere regionale Antonio Menna interviene in merito alla sede regionale unica e al collegio elettorale unico. “I presidenti della Giunta e del Consiglio regionale d’Abruzzo devono aver contratto un virus che li spinge a parlare per il solo gusto di farlo. E mi riferisco sia a Gianni Chiodi e sia Nazario Pagano che stanno cercando di far passare come razionalizzazione dei costi della politica nel momento in cui annunciano di aver trovato-immaginato la soluzione. Che di fatto tende più a soddisfare la piazza che a ottenere risultati logici e pratici. Il primo sostenendo di eliminare Pescara dalla geografia regionale con un’unica sede a L’Aquila, il secondo proponendo, non più tardi di ieri, in materia di riforma elettorale l’istituzione del collegio unico regionale. Più che un passo avanti mi appaiono decisamente due passi indietro”.
“A Gianni Chiodi voglio ricordare che non si può tornare a cavalcare un argomento così delicato come quello delle sedi a Pescara e L’Aquila se prima non si intuisce che la questione vera non è questa sorta di bilocazione che lui rifiuta quanto la necessità di razionalizzare le spese riferite agli affitti pagati. Aspetto economico che non si risolve dicendo solo Pescara o solo L’Aquila. Le scelte scellerate sono quelle di chi finora non ha provveduto a creare le condizioni per centralizzare e unire le sedi sia a Pescara e sia a L’Aquila”.
“A Nazario Pagano, che per il suo ruolo dovrebbe essere super partes, voglio far notare che la Commissione statuto sta lavorando per la soluzione migliore e più oggettivamente opportuna per garantire la rappresentanza territoriale all’interno del prossimo Consiglio regionale. Il collegio unico non è la decisione più saggia. La scelta dei collegi su base provinciale, che andrà rimodulata alle “province che verranno”, è l’unico modo per assicurare la presenza degli eletti anche dei comuni più remoti e meno popolosi. Risiedere a Pescara o piuttosto che a Chieti è più facile ottenere il lasciapassare per l’Emiciclo rispetto a chi vive nei restanti 300 comuni medio-piccoli che costituiscono il nostro Abruzzo. Una scelta, lo ribadisco, a solo vantaggio dei candidati metropolitani che comporterà costi nelle campagne elettorali non sostenibili da tutti”.