“A Vasto c’è chi scrive libri, che fa pubblicare da case editrici di cui è rappresentante, poi li fa adottare nelle scuole in cui insegna e li promuove in altre scuole”. Lo afferma Marco di Michele Marisi, responsabile del Mercatino del libro di testo usato, giunto quest’anno alla 38esima edizione.
Secondo l’attivista del centrodestra, “troppo spesso sono gli stessi professori a favorire le speculazioni delle case editrici, ma esistono anche alcuni esempi virtuosi di docenti che hanno dato agli studenti la facoltà di scegliere qualsiasi libro, purché inerente alla materia e al piano di studi.
Le case editrici hanno il vizio di pubblicare le cosiddette nuove edizioni che, in realtà, di nuovo non hanno assolutamente niente. Di fatto, i libri che contengono la parola nuovo nel titolo hanno di diverso solo la copertina, qualcosa nella grafica e nell’ordine delle pagine. Allora accade a fratelli che frequentano la stessa classe a distanza di un anno di dover ricomprare i libri.
Vedere, ad esempio, le nuove edizioni della Divina Commedia o dei Promessi sposi mi sembra ridicolo: Dante e Manzoni sono morti e non possono certo aggiornare le loro opere. Inoltre – polemizza di Michele Marisi – a Vasto c’è chi scrive libri, che fa pubblicare da case editrici di cui è rappresentante, poi li fa adottare nelle scuole in cui insegna e li promuove in altre scuole per farli inserire nella lista dei consigliati. Mi sembra una speculazione e non un modo di venire incontro alle esigenze di risparmio delle famiglie, alle prese con la crisi economica e con i prezzi elevati dei volumi, che costano mediamente 20-25 euro l’uno e possono arrivare anche a 40. Per i volumi del Liceo scientifico si spendono 500 euro, per il classico anche di più. Noi siamo per il libro unico: ogni provincia o, meglio ancora, l’intera regione dovrebbe adottare gli stessi testi per le medesime materie. In questo modo si favorirebbe l’usato a scapito delle speculazioni, cosentendo ai cittadini di risparmiare”.