Giorgia Castaldi è una giovane vastese che da diversi anni vive e lavora a Madrid. La capitale spagnola è il centro della protesta di un Paese in grande difficoltà. La scorsa settimana sono stati i giovani a scendere in piazza. Abbiamo chiesto a Giorgia, che ha un punto di vista “diretto”, di raccontarci per ZonaLocale.it come sta vivendo tutta questa situazione.
Abbiamo visto in tv, sui giornali, in rete, le immagini della protesta degli indignados. Che clima c’era a Madrid nei giorni più caldi?
Da molti mesi oramai gli spagnoli stanno manifestando il loro malcontento verso la classe dirigente che non li rappresenta. La manifestazione del 25 settembre era in programma da tempo. L’intenzione dei cittadini è sempre e comunque pacifica, eppure per qualche strana ragione sembra che da parte della polizia e degli stessi governanti si voglia trasmettere l’immagine di un popolo violento.
I video che girano in rete dimostrano che chi in realtà era preparato alle cariche erano piuttosto los antidisturbios. Giravano con le etichette identificative tappate e vi erano poliziotti infiltrati tra i civili che hanno iniziato alcuni azioni violente. Insomma nulla di nuovo, cose simili ne abbiamo viste anche in Italia.
Ancor più rabbia vi è stata quando i politici hanno elogiato il comportamento dei militari definendo il loro intervento “extraordinario”, “espléndido”, “brillante” y “ejemplar” per citarne alcuno. Le parole di Mariano Rajoy, ed il suo plauso, alla maggioranza degli spagnoli che non si manifestano e che non finiscono sui giornali, sono state per molti cittadini un vero e proprio insulto. Tutto ciò ha dato spunto a due nuove manifestazioni, una il giorno successivo ed un’altra il passato sabato.
Scendere in piazza è un atto forte che certamente arriva dopo mesi di malumori. Come stanno vivendo in questo momento i giovani spagnoli?
Io posso dirti che ho molti amici che sono stati letteralmente travolti da questa situazione politica e finanziaria e la maggior parte di loro sta fuggendo da qui, o formandosi per andare a lavorare all’estero.
Tu sei italiana ma vivi e lavori in Spagna e ne conosci tanti altri nella stessa condizione. Come vivete voi questo momento?
Io e tanti altri come me, per cui la Spagna, semplicemente sei o sette anni fa, è stata un po’ l’ America evidentemente viviamo la situazione con molto sconcerto. Molte aziende chiudono o spostano la manodopera all’estero. Proprio di venerdì è la notizia che il gruppo Zara prevede il licenziamento di personale nei negozi spagnoli perché le vendite qui sono in calo.
Ora che la fase degli scontri sembra passata che clima si respira nel Paese?
In realtà lo stato di calma qui è sempre apparente. Lo scontento non è più oramai solo degli Indignados, ma dei lavoratori statali, dei sindacati dei cittadini tutti. Oltre alla manifestazione di Madrid ce ne sono state altre parallele in varie città spagnole.
Evidentemente il Paese è stanco di essere governato da una classe politica che non li rappresenta, che ha mentito loro e che sta davvero gambizzando molti cittadini con tagli alle spese ed aumenti delle tasse o dei servizi in generale.
I giovani sono quelli che da tutte le parti stanno subendo di più questa crisi generalizzata. Hai avuto il pensiero “ok, qui si mette male (come opportunità di lavoro, tranquillità, oppportunità), torno in Italia?”
Posso dirti che da sette anni a questa parte molte cose qui sono cambiate. Quando arrivai era un piccolo paradiso, ma ora la crisi sta colpendo un po’ tutti i settori. Se le cose dovessero andar male io non mi sento di lasciare questo Paese a cui sono realmente affezionata. Ma spero davvero che questo momento non arrivi.
Secondo te come potrà evolvere la situazione in Spagna nei prossimi mesi?
Purtroppo finché i politici non cambieranno la maniera di pensare e non saranno i primi a dar l’esempio mettendo in atto una politica davvero innovatrice, non credo che situazione migliorerà. Quando un popolo si sente dire che bisogna ridurre i costi perché il Paese non ha soldi eppure “magicamente” i soldi si trovano e vengono stanziati per salvare le entità bancarie, come si può sperare che le cose cambino?
Credi che in Italia accadrà lo stesso?
Per me sta già accadendo da tempo…ma, senza voler far polemica, gli italiani non sono gli spagnoli.