Il riordino delle Province in Abruzzo è molto più complesso di quanto potesse sembrare. Mercoledì scorso il comitato per le autonomie locali ha approvato una proposta che vedrebbe due province nella regione: L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti, con capoluogo Pescara. A questa proposta dicono no i giovani dell’Udc, che lanciano un Comitato a difesa delle provincia teatina.
Sarà Fabio Travaglini, coordinatore provinciale del partito e dirigente nazionale, a guidare il movimento. “Il decreto “spending review”, convertito in legge in data 7 agosto 2012 -spiega Travaglini- prevede due requisiti minimi al di sotto dei quali una provincia è da considerarsi abolita: una popolazione superiore al 350 mila abitanti ed una superficie di almeno 2.500 kmq. Fanno eccezione le province in cui è situato il capoluogo di regione.
In base alla legge, restano dunque in vigore le province di Chieti e L’Aquila, e sono abolite quelle di Pescara e Teramo, perché prive dei requisiti minimi. Il Cal, con una decisione presa a maggioranza relativa, sta tentando di far passare una proposta che asseconda il volere di lobby e poteri forti, ignorando completamente sia il dettato normativo che le esigenze dei territori”.
Ecco quindi che dal partito di Casini arriva la proposta: fare tre province, “tornando alla configurazione storica dell’Abruzzo: L’Aquila, Teramo-Pescara e Chieti”. Per questo il comitato nei prossimi giorni entrerà in azione con una sottoscrizione pubblica per far valere le proprie ragioni £per sostenere con forza il territorio e, in alternativa, si riserva di porre in atto tutte le azioni legali o referendarie permesse dalla legge”.