I socialisti non chiederanno un assessorato. Per ora. Corrado Sabatini, consigliere comunale a Vasto. Lei era uscito dal Partito socialista per aderire all’Italia dei valori. Ora fa il percorso inverso. Si è pentito della sua prima scelta?
“Uscii nel 2006 dall’allora Sdi perché non mi fidavo dei massimi dirigenti abruzzesi. Mi riferisco a Lamberto Quarta e a Camillo Cesarone, persone che non hanno nulla da spartire con la tradizione socialista. Quando me ne andai, fui contattato da Paolo Palomba, con cui avevamo condiviso la militanza socialista: lui, infatti, è stato consigliere provinciale quando il presidente della Provincia di Chieti era Pulsinelli. Mi chiese di candidarmi con l’Idv e lo feci”.
Non sarà che lei è passato al Psi perché spera di fare l’assessore?
“Non è questione di assessorato. Nell’Italia dei valori vige la regola del consenso: chi prende più voti fa l’assessore. E io questo lo sapevo bene. L’ex segretario, Alfredo Bontempo, mi ha fatto la guerra.
Anche lei, però, ha fatto la guerra a Bontempo.
“E’ vero. Non ci siamo mai sopportati più di tanto. Ma ora tutti e due siamo usciti dal partito. Certo, nell’Italia dei valori dovrebbero riflettere. Un partito è fatto dai suoi dirigenti. Quando li cambi spesso vuol dire che qualcosa non va. Io sono sempre stato socialista. Questa è la mia ultima esperienza politica, non mi ricandiderò. Cercherò di dare una mano ai miei colleghi di gruppo, Gabriele Barisano e Luigi Masciulli. Ma credo che rivendicare l’assessorato tout court sia un errore. Chiedere un assessorato per fare cosa? E’ vero che, in tre, facciamo il secondo gruppo più numeroso dell’assemblea civica, ma è altrettanto chiaro che siamo stati eletti in tre liste diverse”.
Davvero il Psi non chiederà un assessorato?
“Non dico no all’assessorato. Dico che prima dobbiamo rimettere al centro la politica. Per esempio il turismo e la cura di Vasto Marina, dove la zona della ex stazione ferroviaria va recuperata e il lungomare vicino al Monumento alla Bagnante ristrutturato e prolungato, utilizzando l’ex depuratore come area spettacoli”.
Lei parla di progetti dell’amministrazione pubblica, ma è ingegnere. Questo non è un conflitto d’interessi?
“E’ l’ufficio Lavori pubblici che deve lavorare su questi progetti, non l’ingegner Sabatini”.
Tante le polemiche su uno dei suoi progetti: quell’edificio costruito vicino al viadotto Histonium, nel fosso Anghella. Perché lo ha progettato proprio lì sotto?
“Se potessi tornare indietro, non lo rifarei. Mi ha creato solo problemi: polemiche e questioni legali. Per eliminare le criticità va rifatto il Piano regolatore, indicando agli imprenditori dove si può costruire e dove no. Il nuovo Prg non deve aumentare la possibilità di costruire, ma solo spostare le cubature non attuate. Ad esempio quelle di Montevecchio, nelle zone in cui si è verificato che il terreno è instabile. Quelle cubature si potrebbero spostare altrove”.
Giudichi l’amministrazione Lapenna dopo un anno e tre mesi di secondo mandato. Che voto darebbe?
“All’amministrazione darei un non classificato, perché col taglio dei fondi statali i Comuni non possono andare oltre la gestione delle cose ordinarie. Però si possono fare i progetti in attesa che la situazione economica migliori e i finanziamenti statali vengano sbloccati, in modo da essere pronti quando verranno erogati. Per questo dico: prima rilanciamo la politica e solo successivamente verifichiamo gli equilibri nella coalizione e l’assetto dell’amministrazione”.