Cancelli forzati per l’ennesima volta nel quartiere attorno a via Spalato, nella zona della ex stazione ferroviaria di Vasto Marina. Nel mirino dei ladri finisce per l’ennesima volta la località balneare, dove i residenti tornano a chiede maggiori controlli. Stanotte l’ennesimo raid. “Che siano vandali o ladri, qui non riusciamo più a dormire tranquilli”, dice esasperato un cittadino.
Tra via Spalato e le traverse sono stati almeno 5 i furti tentati o messi a segno negli ultimi mesi. La scorsa settimana è toccato a una pensionata trovare la sua casa devastata: mobili trascinati e danneggiati, porte rotte. La donna, al suo rientro a casa, ha trovato dei sacchi da spazzatura in cui i ladri avevano accumulato gli oggetti da portar via. Ma si sono spaventati quando è scattato l’allarme.
Intanto, è fermo il progetto di videosorveglianza. “E’ un problema politico”, ammette il sindaco, Luciano Lapenna. “Nella maggioranza ci sono forze politiche che nutrono forti dubbi sull’utilità delle telecamere”. Il primo no era arrivato dai socialisti, seguiti dal segretario del Pd, Antonio Del Casale, e da Rifondazione comunista. Il costo del progetto, redatto dall’ingegnere napoletano Paolo Gustuti, è diminuito dagli iniziali 780mila euro ai 600mila attuali. Ma questo non ha placato le polemiche nel centrosinistra. Tra telecamere e rilevatori di targa, gli obiettivi puntati sulla città saranno 80. Per ridurre i costi, l’amministrazione ha previsto che 50 siano obbligatori e 30 facoltativi. Le imprese che parteciperanno alla gara d’appalto potranno decidere liberamente se inserirle nella loro offerta. Ma il problema principale è un altro. Ormai, non è sicuro che si faccia il Grande fratello vastese, di cui si parla da 7 anni.
Nelle scorse settimane il prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis, ha promesso rinforzi e una sede distaccata del Commissariato di Vasto in un altro comune del Vastese, probabilmente San Salvo. L’organico delle forze di polizia crescerà.