Si avvicina il momento cruciale. Sono giorni decisivi per le indagini sull’assassinio di Albina Paganelli, la 68enne massacrata a coltellate nella sua casa di via Fedro, a San Salvo, la notte del 14 agosto scorso. Ormai il termine di un mese che il Ris di Roma si era dato sta per scadere: il 23 agosto i carabinieri specializzati nell’analizzare le prove dei delitti hanno passato al microscopio sangue e materiale biologico trovato sulla scena del crimine.
Dalla vigilia di ferragosto è sottoposto a custodia cautelare Vito Pagano. Il 28enne sansalvese è il principale indiziato del delitto. Rimangono indagati anche il 31enne rumeno Gelu Chelmus, che però ha incassato a suo favore la scarcerazione-lampo e la mancata convalida del fermo di polizia giudiziaria cui era stato sottoposto, e G.G., il giovane sansalvese di cui sono state rese note solo le iniziali. Entrambi sono finiti nel registro degli indagati dopo che Pagano ha fatto i loro nomi durante gli interrogatori dinanzi ai pm Giancarlo Ciani ed Enrica Medori e al gip del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi.
La difesa – Sangue sulle scarpe trovate in casa di Pagano e sulle banconote da 50 e 10 euro che aveva nella tasca dei pantaloni. E poi il coltello da cucina che è l’arma del delitto. Questi i reperti analizzati dal Reparto investigazioni scientifiche della capitale, il cui responso sarà decisivo per indentificare il colpevole.
Intanto, la difesa di Vito Pagano sta per giocarsi una carta a sorpresa: “Lo saprete a breve” , dice a ZonaLocale.it l’avvocato Fiorenzo Cieri, che insieme alla sua collega Clementina De Virgiliis difende l’indiziato numero uno.