Aria tesa tra il presidente del consiglio comunale di Vasto Giuseppe Forte e il consiglieri Etelwardo Sigismondi. I due, oltre che nell’aula Giuseppe Vennitti, siedono insieme sui banchi del consiglio provinciale di Chieti. L’episodio che ha provocato la reazione di Forte è avvenuto durante la seduta del consiglio comunale di martedì scorso, quando Sigismondi, prima che finisse la seduta, è andato via per recarsi in Provincia. Sembrerebbe che il presidente del consiglio non abbia gradito questo atteggiamento di Sigismondi.
Lo ha ribadito anche due giorni fa, al termine della conferenza stampa per la presentazione del regolamento per le licenze dei taxi, quando ha detto: “Ormai ogni consiglio comunale viene presentato come un banco di prova per la maggioranza, che però si rivela compatta ad ogni votazione. Invece è l’opposizione ad essere sgretolata, con qualche consigliere che preferisce andare a partecipare alle commissioni in provincia piuttosto che ai lavori del consiglio comunale”. Chiaro il riferimento a Sigismondi, che del resto è l’unico consigliere provinciale presente nel centrodestra. L’esponente del Pdl rimanda al mittente ogni possibile accusa.
“Forte mente sapendo di mentire – dice Sigismondi – se vuole citare un esempio di attaccamento alle istituzioni può fare il mio nome. Il presidente Forte ha omesso di dire che ho partecipato al consiglio e sono intervenuto nel dibattito. Addirittura sono stato accusato da esponenti di maggioranza e opposizione di aver alimentato il dibattito sugli equilibri di bilancio. Sono andato via solo al penultimo punto all’ordine del giorno. Oltre alla commissione avevo un appuntamento con l’assessore all’Ambiente, per una questione che riguarda Vasto. E io sono abituato a onorare i miei impegni”.
Sigismondi poi sottolinea come “per partecipare puntuale al consiglio, dopo esser andato da mia moglie a L’Aquila, sono ripartito alle 5.30 per essere in aula. Se non mi fosse interessato nulla mi sarei fermato a Chieti. Ho saputo dai miei colleghi di una battuta nei miei confronti da parte di Forte.
Ho provato a chiamarlo e non mi ha risposto al telefono, mentre il sindaco Lapenna mi ha detto di dissociarsi.
Ho anche apprezzato la telefonata di un consigliere del Pd che ha espresso solidarietà per ciò che è stato detto in aula. Cosa che in realtà io non so perché non c’ero, ma per cui ho presentato una richiesta di accesso agli atti”.
Sigismondi conclude dicendo: “Sarebbe il caso che Forte mi attaccasse non quando esco dall’aula. Lui ha scelto di recitare un ruolo super partes e così dovrebbe fare. Se invece non vuole essere super partes si può dimettere da presidente e fare il capogruppo del Pd o di un altro partito”.
Aggiunge anche: “Credo che questo astio nei miei confronti sia dettato dalle voci che vogliono Lapenna verso la candidatura al Parlamento. Forse lui vuole essere sindaco e allora ha iniziato una campagna diffamatoria nei confronti di chi vede come suo possibile competitore”.