“Mancano le risorse, stipendi degli statali bloccati anche per il prossimo anno”. Questa affermazione del ministro per la Pubblica Amministrazione Marianna Madia, ha fatto scendere sul piede di guerra i sindacati delle forze di polizia e militari.
Per la prima volta nella storia della Repubblica si è paventato persino uno sciopero generale delle forze dell’ordine, dimenticando l’art. 84 della legge 121 del 1981, che prescrive “gli appartenenti alla Polizia di Stato non esercitano il diritto di sciopero né azioni che pregiudichino la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Lo stesso divieto vale naturalmente per i militari, carabinieri e finanzieri.
Detto questo è difficile dar torto a chi protesta sostenendo che 1.200 euro al mese a un poliziotto o carabiniere sono pochi, per quel che fanno e rischiano. Proprio per questo è giunto il momento di una profonda riforma delle forze di sicurezza, che sono suddivise in 6 diverse e autonome forze (polizia, polizia penitenziaria, guardia forestale, carabinieri, guardia di finanza e vigili del fuoco) in pratica sono 561 ogni 100 mila abitanti, la Spagna ne ha 469, la Francia 385 e la Germania 300. Questa situazione è un unicum in Europa e ha un costo di 20 miliardi di euro.
Il ministro Giarda aveva iniziato degli approfondimenti durante il governo Monti, giungendo alla proposta che dal solo efficientamento dei 6 corpi, in termini di ottimizzazione di sedi e forniture, poteva stimarsi un risparmio non inferiore a 1,7 miliardi di euro. Come?
Innanzitutto guardia forestale e polizia penitenziaria potrebbero passare sotto il controllo della polizia di stato e con una maggiore sinergia tra le forze dell’ordine (centralini congiunti, servizi condivisi, uniformazione mezzi utilizzati, centrale unica per gli acquisti) si potrebbero risparmiare 2,5 miliardi in 2 anni.
Bisogna riorganizzare i presidi di pubblica sicurezza: 1.850 centri di comando della polizia di stato, 6.140 dei carabinieri (di cui 4.632 stazioni) e le direzioni centrali della polizia, che erano appena una decina 20 anni fa, sono raddoppiate, una capillarità improduttiva se non avvengono accorpamenti. Nei Vigili del Fuoco si può accorpare il dipartimento pubblica sicurezza con il dipartimento soccorso pubblico.
E a proposito di sovrapposizioni funzionali e sprechi, i centri di costo nella Pa sono aumentati da 137 nel 2008 a 251 nel 2013.
Le spese sostenute dai comandi provinciali dei Vigili del Fuoco sono sistematicamente superiori alle assegnazioni iniziali del 16% medio, ovvero 16,8 milioni di euro, perché?
Inoltre bisognerà capire per quale ragione la spesa per abitante per il sostentamento dell’arma dei Carabinieri deve variare dai 59 euro della Lombardia ai 176 del Molise, oppure perché la polizia di stato ha un costo per abitante, limitatamente a questure e commissariati, superiore del 60% rispetto al centro nord? Le strutture di Roma centro, valgono da sole 8 euro per abitante!
Ecco dove e come, ad esempio, si possono trovare le risorse per tornare ad adeguamenti retributivi, migliore efficenza e qualità del servizio, premiando il merito professionale e non solo gli scatti d’anzianità. Si può fare, basta la volontà politica…