Si respira già il clima delle festività natalizie e molti di noi sono alle prese con regali da comprare, pranzi da organizzare, dolci da preparare, alberi di Natale da decorare etc… Ci sono molte persone entusiaste di questa festività, che la attendono con immensa gioia, mentre molte altre persone la eviterebbero volentieri.
Durante il periodo natalizio è come se subissimo una pressione dall’esterno ad avere un clima di condivisione, felicità, bontà, allegria in famiglia, come se questo fosse obbligatorio da seguire a tutti i costi. Il clima natalizio è come se “costringesse” ad essere in armonia con gli altri e con se stessi.
Ma chi l’ha detto che le festività natalizie portino solo felicità e gioia?
Le persone che stanno attraversando un periodo difficile della loro vita a causa di sofferenze psicologiche, di crisi economiche, oppure che hanno subito o ricordano in questo periodo un evento doloroso, che hanno conflitti o tensioni in famiglia, sentiranno questa pressione come insostenibile, con sensi di colpa perché percepiranno questa contrapposizione tra ciò che si “dovrebbe essere” ma non si è, e tra ciò che si “dovrebbe provare” ma non si prova. Molte persone vivono come uno spiacevole obbligo il trascorrere le feste con la famiglia, fare visite ai parenti, comprare regali, recitare una parte imposta dal ruolo familiare. La possibile frustrazione dovuta alle eccessive aspettative che crea il Natale può provocare sensazioni di vuoto, tristezza, inadeguatezza ed ansia.
Il Natale può, in alcune persone, amplificare il sentimento di solitudine e di dolore, far sentire inadeguati perché si percepisce questa distanza tra la propria sofferenza e la felicità degli altri, si fa fatica ad uscire e mostrarsi forzatamente allegri, non si ha voglia di decorare la propria casa con addobbi natalizi.
Qualche suggerimento che posso dare è non negare la propria sofferenza a noi stessi e agli altri, imparare ad accogliere le proprie emozioni, anche quelle negative, permettere a se stessi di sentirsi anche tristi e malinconici. Ricordare che anche se è Natale “non si è obbligati ad essere felici!”. Poi non isolarsi ma condividere con una persona cara le proprie emozioni. Non sfuggire alla realtà e cercare di riflettere per capire quali siano i motivi della nostra sofferenza, questo come punto di partenza per capire su cosa dover lavorare su noi stessi e quali obiettivi voler raggiungere per stare meglio.
Queste sensazioni di tristezza mista ad ansia possono accompagnare tutto il periodo delle festività, per poi di solito svanire quando queste si concludono e si ritorna alla routine quotidiana, ma se continuano ad aggravarsi e diventano ingestibili non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto ad uno Psicologo.
Bisogna affidarsi ad uno specialista che con le sue competenze è in grado di far entrare maggiormente in contatto con se stessi per potersi liberare da certi stati d’animo opprimenti, e darsi così una grande opportunità di cambiamento per poter vivere meglio e più serenamente tutti i giorni dell’anno, compreso il Natale!