“Papà, posso morire?”, questa la legittima domanda di un piccolo di nove anni a suo padre chirurgo prima di entrare in sala operatoria per una appendicectomia. “Può darsi, ma non succederà“, questa la risposta del padre e per fortuna nessuna complicazione si è verificata. L’operazione è andata a buon fine. Cosa accade, però, quando in una sala operatoria qualcosa va storto? Si grida allo scandalo, si dà dell’incompetente al chirurgo che ha eseguito l’intervento, vengono tirati fuori altri casi di malasanità con le relative statistiche.
In questi frangenti in tutte le trasmissioni tv non si parla d’altro. Ci si sofferma morbosamente sui dettagli e sulla parte giudiziaria del caso o si va ad intervistare parenti dei presunti colpevoli e delle vittime. Non sarebbe meglio soffermarsi su come sono andate davvero le cose spiegando che il corpo umano è una macchina imprevedibile? E che durante un’operazione possono subentrare innumerevoli complicazioni? Potrebbe essere che il paziente avesse di suo anche altre patologie o predisposizioni genetiche ignorate fino ad allora invece di speculare sul dolore e sulla morte.
Sono notizie gravi ed è giusto che vengano riferite, ma dev’essere fatto nel modo etico. Un’informazione data nel modo sbagliato crea danni e false speranze come nei casi mediatici di risonanza nazionale di cui si è tanto parlato e che in fondo nessuno sapeva e sa: retroscena, approfondimenti, scientificità o esattamente di cosa si trattava.
Stamina: cura alternativa alle malattie neurodegenerative, il rappresentante dell’Associazione laureato in scienze della comunicazione.
Il “metodo” Bonifacio, veterinario che negli anni 60/70 aveva sperimentato un siero composto da feci e urina di capra per la cura dei tumori. Sosteneva che essendo immuni le capre da malattie tumorali, questo “siero” potesse combattere le cellule impazzite negli umani.
In seguito alla verifica del Ministero della salute, è risultato inefficace e quando liberamente sperimentato causa di decessi.
Qualcuno ha visto in cure ‘fai da te da piccolo chimico’ in queste un’ultima salvezza; altri ne sono stati delusi mentre i media ne hanno parlato troppo e in maniera generica senza spiegarne i pro e i contro, con la superficialità di chi può illudere o deludere le aspettative. Che dire del rimpallo di informazioni sui vaccini killer dell’inverno passato? Vaccini sì, vaccini no. Molte persone non hanno fatto il vaccino antiinfluenzale, perché “influenzate” dalle notizie nefaste dei Tg. C’è da dire che le eventuali vittime dei vaccini avevano forse altre patologie gravi e che le morti sono state limitate. Quando si ha il potere di fare la differenza fra la vita e la morte, nel divulgare informazioni importanti, si ha anche la responsabilità di farlo nel modo più appropriato.