Partiamo da qui: i Big Data non sono una novità, perché raccogliere, gestire e analizzare grandi quantità di dati è parte integrante dell’evoluzione del genere umano.
Quando si parla di Big Data si immagina istintivamente una grande impresa alle prese con terabyte di dati prodotti ogni giorno, e una delle definizioni di “Big Data” (McKinsey Global Institute) lo conferma: “mole di informazioni la cui ampiezza eccede la capacità dei sistemi di database relazionali di catturare, immagazzinare, gestire ed analizzare”.
Esiste tuttavia un aspetto accessibile di Big Data, anche per le imprese meno vaste che possono già godere di benefici, soprattutto se già consapevoli dell’importanza dell’integrazione dei dati, ovvero se utilizzano un sistema informativo completamente interconnesso.
I Big data sono informazioni generate quotidianamente dalle nostre imprese attraverso sensori, log, eventi, email, social media e database tradizionali, dati creati da noi stessi durante la nostra vita, e da altri soggetti, come ad esempio le informazioni sul meteo, sulle costellazioni, sul traffico degli aerei, sulle ricerche su Internet, sul traffico autostradale ecc.
L’enorme mole di informazioni che ci circondano, in particolare quelle connesse con il business della nostra impresa esistono, sono già memorizzate da qualche parte nel cloud. L’utilizzo dei Big Data rappresenta un uso intelligente di questi dati, con l’obiettivo di ottenere informazioni preziose.
Tutto così semplice? In effetti, non è proprio così. La gestione e l’analisi di una mole così elevata di dati richiede competenze specifiche, tecnologie avanzate in grado di supportare l’elaborazione di file di dimensioni così grandi, per poterne estrarre informazioni utili, nascoste e preziose per il nostro business.
Si può dire che il lato amichevole dei Big Data sono i “Dati usati con intelligenza” che già abbiamo a disposizione nelle nostre imprese. Qualche esempio pratico:
1. La piccola impresa che installa caldaie e fornisce assistenza
Con migliaia di clienti a cui erogare assistenza e molte nuove installazioni, l’uso dei Big Data può consentire di:
– ridurre i costi di assistenza, aumentando gli interventi giornalieri attraverso l’analisi degli spostamenti dei tecnici sul territorio
– usare con intelligenza i dati sulle previsioni meteo per prevedere cali o aumenti di richieste d’intervento
– raccogliere e analizzare i dati sui consumi dei clienti, per offrire in maniera mirata ulteriori servizi o prodott
2. La media impresa che vende automobili
Con l’obiettivo strategico di alimentare un virtuoso passaparola attraverso il servizio post-vendita, l’uso dei Big Data può consentire di:
– Ricordare al cliente le manutenzioni programmate, in base all’effettivo uso del veicolo, attraverso la sensoristica installata, ottenendo una manutenzione predittiva efficace
– Migliorare le performance CRM nell’assistenza, fornendo al cliente informazioni utili sullo stile di guida, sui consumi, il livello di sicurezza, il rischio di multe e sanzioni.
– Monitorare con maggiore dettaglio la manutenzione programmata e quella straordinaria, fornendo al cliente – attraverso un’app – tutti i dettagli utili sull’intervento in corso.
3. La media impresa di autolinee
Per ridurre i costi di gestione e manutenzione, grazie all’uso dei Big Data può:
– Raccogliere ed analizzare tutti i dati prodotti dal mezzo, intercettando causa-effetto riguardo incidenti o consumi fuori media.
– Monitorare in tempo reale la posizione dei mezzi per ottimizzare la turnistica degli autisti o lo scalo dei clienti
– Usare i dati prodotti dal mezzo in movimento per attivare metodiche analisi predittive che segnalino “prima” la possibilità di un guasto su un mezzo.
Per approfondimenti vai su www.studioware.it
Per approfondire l’uso dei Big Data per il tuo modello di business scrivi a [email protected]