Siamo a Natale, tempo di regali, tempo d’amore, di generosità.
Mia nonna mi regalava i soldi, li metteva dentro una bustina rossa, che ogni anno era la stessa, tanto a me non serviva, e con grafia tremolante trovavo scritto: “A Carmela”.
A dire la verità ci restavo male perché se erano soldi, allora non erano giochi, e non si potevano spendere, perché la nonna voleva così, diceva che servivano per dopo.
Un giorno il dopo è arrivato, e cosi, dopo anni, quei noiosi soldi del Natale sono diventati un gruzzoletto che ho custodito per tanto tempo nel ricordo della nonna, la nonna che pensava al dopo, che sognava per me, che aveva progetti ed obiettivi per me.
Oggi siamo nella modernità, oggi c’è il PAC, e la nonna sono io.
I figli e i nipoti, invece, sono quelli della generazione Zeta, nati dal 1996 al 2010, e quelli della generazione Alpha, nati dal 2010 ad ora.
Il PAC è il Piano d’Accumulo di Capitale.
È una modalità d’investimento, una specie di salvadanaio, dove decido di versare, ad esempio, per 10 anni, un importo mensile anche piccolo, tipo 100 euro, che vengono investiti ogni volta che li verso, andandosi a sommare con quelli che ho già versato.
Li investo comprando ad esempio Fondi Comuni d’Investimento, che non sono tutti uguali, e che devo scegliere con cura e attenzione perché siano i migliori sul mercato.
Con il PAC si accumula gradualmente capitale, che viene investito con un sistema che riduce di molto il rischio. Questo sistema si chiama “dollar cost average”.
Significa che mensilmente, con lo stesso importo, ad esempio 100 euro, comprerò un numero diverso di “porzioni”, cioè quote di fondi. Diverso perché con l’oscillazione dei mercati il loro prezzo cambia salendo o scendendo, dandomi cioè la possibilità di acquistare a prezzi più bassi quando il mercato scende, ottenendo più quote, come ai saldi, dove con la stessa cifra, di scarpe me ne compro due paia anziché uno.
In questo modo, spendendo periodicamente la stessa somma durante le varie fasi dei mercati di salita e discesa, riesco a mediare il prezzo di acquisto, abbassando il rischio di spendere tutta la somma in un momento in cui il prezzo è alto.
Ad esempio:
– a gennaio con € 100 compro 10 quote a € 10 l’una.
– a febbraio il mercato scende, i prezzi anche, e allora, sempre con €100, compro 16 quote a €6,25 l’una.
– a marzo il mercato risale e sempre con i miei €100 compro 12 quote a € 8,34 l’una.
Dopo 3 mesi ho speso €300 ed ho ottenuto 10+16+12 quote= 38 quote, comprando ad un prezzo medio per quota di 300:38= €7,89
Se avessi speso a gennaio tutti i miei €300 avrei ottenuto solo 30 quote a €10 l’una, comprando ad un prezzo medio di 300:30=€10,00.
Questi sono calcoli, che possono o meno interessare, incuriosire, senz’altro ulteriormente incoraggiare, ma ciò che conta di più è decidere di iniziare un percorso di risparmio dove un PAC è la strada per raggiungere e far raggiungere un obiettivo, un sogno. Facciamolo adesso, per Natale.
Mi sa che mia nonna aveva ragione.
Ossequi.
Per maggiori dettagli e informazioni, scrivere a [email protected], oppure chiamare il 349 5238423
Carmela Minelli, consulente finanziario
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