È un Decameron che strizza l’occhio ai tempi moderni quello portato ieri sera in scena al Teatro Rossetti da David Riondino. Nel primo appuntamento dei Giovedì Rossettiani, giunti alla 11ª edizione, è l’artista toscano ad interpretare una originale narrazione del capolavoro di Boccaccio insieme al professor Maurizio Fiorilla, docente di filologia a Roma e curatore di due edizioni del Decameron.
Ad aprire la serata di questa edizone della rassegna culturale che si articolerà in quattro appuntamenti, è Gianni Oliva, direttore del Centro europeo di Studi Rossettiani. Dopo il ringraziamento ai partner che hanno permesso anche quest’anno la realizzazione dell’evento, Oliva si è soffermato sul filo conduttore dei Giovedì Rossettiani “Le voci della sera”, portate sul palco con la modalità del narra-teatro. “Il teatro offre il contesto giusto perchè la parola scritta perda la sua forma originaria per diventare parola recitata. Diventa una comunicazione diretta, come se fossimo tutti intorno ad un focolare, quasi a ridefinire un antico convivio. Questo teatro è un teatro di narrazione, una modalità ormai molto diffusa, con un testo che racconta delle storie senza la necessità di rappresentarlo.
Poi, spazio agli artisti, che hanno presentato, in versi e musica, una originala lettura dell’opera di Boccaccio. È una rappresentazione a più voci, con le precise argomentazioni di Maurizio Fiorilla, che danno un connotato storico e culturale inquadrando la narrazione, le ballate scritte da Riondino, che fanno una sorta di sintesi delle novelle decameroniane e dei passaggi che questa opera – nel senso fisico del manoscritto di Boccaccio – ha vissuto. Parole e musica accompagnate dalla chitarra di Paolo Antinori e Massimiliano Chiapperi al cajòn e alle percussioni, oltre agli stessi Riondino e Fiorilla che suonano chitarra e basso. La terza voce è quella dell’attrice di Martina Dani, della compagnia teatrale L’Oranona di Certaldo, che legge i passi salienti delle novelle trattate.
Si parte dalla storia del libro e dal suo prologo per poi affrontare alcune delle novelle, come quella di Ateliel, di Tancredi e Ghismonda, di Federigo degli Alberighi e di Madonna Filppa, per poi arrivare al viaggio che il manoscritto fece negli anni ’70 dalla Berlino divisa dal muro a Venezia per il suo studio. Non mancano le sottolineature in chiave ironica di Riondino su un’opera che, ancora oggi, si rivela davvero tanto attuale.
Al termine della serata abbiamo incontrato David Riondino con cui abbiamo parlato del Decameron e, cogliendo lo spunto dalla rassegna che lo ha visto protagonista, della famiglia Rossetti, da lui definita “formidabile”.