Positiva esperienza per i vastesi del Team Change che, lo scorso fine settimana, hanno partecipato alla Spartan Beast di Barcellona. “La gara – racconta Andrea Zaami coach del team e anche lui in gara – ha confermato di essere la più dura d’Europa, innanzitutto per il terreno, particolarmente ostico, e poi per l’inserimento di due ostacolo nuovi, tra cui un doppio trasporto, che ha tirato fuori la parte più dura di ognuno di noi. Trovarsi un ostacolo come il doppio trasporto, con catena dal 30 kg. al collo e un sacco pieno di pietre, al ventesimo chilometro, ha messo tanti in difficoltà. Io mi sono imposto di pensare ad un passo alla volta e andare avanti. E, alla fine, quando termini la gara, hai la sensazione di essere diverso, di essere cresciuto quel pizzico in più“.
A Barcellona, con Zaami, c’erano Francesco Pracilio, Andrea Di Gregorio, Ludovico Staniscia, Michele Girone, Amedeo Nanni, Luca Barbagallo, Elio Giacomucci, Salvatore Di Bono, Ottavio Franciotti e Nicola De Cinque. “Ognuno di noi ha affrontato questa gara con una motivazione particolare. Chi l’aveva già affrontata e non terminata, chi voleva tornare a casa con a tutti i costi la medaglia dei finhiser”.
[ads_dx]E c’è stato chi, come Andrea Di Gregorio, è incappato in una disavventura. “Dopo soli 4 km. gli si sono rotte le scarpe e si è trovato ad un bivio, come capita a tutti nella vita: mollare o andare avanti? Dovendo affrontare 21 km. su di un terreno pieno di insidie o ci si ferma o, come ha scelto lui, si va avanti. Ha tentennato solo alcuni istanti, ma poi l’idea di tornare a casa dal figlio senza medaglia – a cui l’aveva promessa – lo ha motivato. Ha percorso 21 km scalzo con solo le calze, impressionando tutti al suo passaggio e con un tempo d’arrivo neanche scarso, dimostrando di aver corso e soprattutto di aver reagito prontamente all’imprevisto che può accadere a tutti. Il suo atteggiamento sarà sicuramente di esempio per tutti i ragazzi: non è quello che ci accade ma come affrontiamo quello che accade, che fa la differenza“.
All’arrivo grande festa per tutto il team che si è trovato, ancora una volta a vivere un’esperienza significativa. “Per la prima volta siamo andati in 11 ad una gara all’estero e tutti i ragazzi hanno dato il massimo ottenendo anche dei buoni riscontri cronometrici. Siamo tornati a casa un po’ più forti e consapevoli delle nostre capacità. Un messaggio che mi piacerebbe lasciare per chi volesse approcciare questo tipo di sport è mettersi in gioco continuamente, perché nel fare qualcosa di diverso cresciamo come persone. È quello che cerchiamo di trasmettere nei nostri allenamenti che poi ci permettono di affrontare gare dure come quella di Barcellona”.