“Mancherai tanto a tutti noi ma resterai sempre vivo nei nostri cuori…Marco“. È scritto su un cuscino di fiori, a forma di cuore, ed esprime il sentimento delle decine di persone che, questa mattina, nella chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore di Fresagrandinaria, hanno dato l’ultimo saluto a Marco Forlano, 29enne scomparso nell’incidente in moto a Milano in cui ha perso la vita anche la sua amica Emiliana Colitto, di San Salvo. Al lutto dell’intera comunità di Fresagrandinaria si unisce quello dei paesi vicini, ci sono tantissimi amici di San Salvo, i suoi colleghi di lavoro di Milano, amici dei suoi familiari. Tutti raccolti nel silenzio e nel dolore per la sua prematura scomparsa.
La vicinanza della comunità di Lentella – Nel paese a pochi chilometri da qui oggi è festa patronale, nella solennità dei Santi Cosma e Damiano. Prima della celebrazione eucaristica e della processione il comitato feste ha invitato tutti a osservare un minuto di raccoglimento per ricordare i due giovani scomparsi. Don Raimondo Artese, che ha presieduto la messa, ha invitato tutti a recitare l’Eterno Riposo. Annullati i fuochi pirotecnici di mezzogiorno, come segno di rispetto nel’ora in cui il feretro di Marco Forlano era accompagnato al cimitero. Nell’iniziare la messa funebre, Don Simone Calabria, parroco delle due comunità, di Fresagrandinaria e Lentella, ha rivolto ai familiari l’affettuoso pensiero della comunità lentellese e dell’arcivescovo Bruno Forte.
“Marco aveva un cuore immenso” – “Anche se un giorno, amico mio, dimenticassi le parole, dimenticassi il posto e l’ora o s’era notte o c’era il sole, non potrò mai dimenticare cosa dicevano i tuoi occhi”. Don Calabria cita la “Canzone degli occhi e del cuore” nell’iniziare la sua omelia in cui rivolge parole dolci e ricche di significato ai familiari di Marco e a tutti i suoi amici. “Marco aveva un cuore immenso, ha sempre dato tutto a chi gli stava accanto, avrebbe fatto di tutto pur di vedere l’altro felice”. E poi lo ricorda come “semplice e sorridente”, con una “caparbietà e tenacia che ti ha portato a uscire da un paese per costruire il futuro“. Quanto accaduto è “un evento difficile da superare e sopportare. Non ci rimane neanche un perchè, tutto tace, tutto è spezzato dalla cruda realtà della morte”. Ma, prendendo spunto delle Sacre Scritture, il sacerdote ricorda che “Dio è vicino a chi lo cerca. E questo vuol dire prendere sul serio i segni che Dio ci manda ogni giorno”. E poi l’invito a “non permettere che la superficialità soffochi la vita. Noi dobbiamo raccontare le cose belle che Marco ha fatto e il suo sorriso“.
L’ultimo viaggio – Sono gli amici, con il volto rigato dalle lacrime, a portare a spalla la bara di Marco Forlano nel viaggio verso il cimitero del paese. All’uscita dalla chiesa vengono lanciati palloncini bianchi in cielo mentre il silenzio viene rotto dal suono delle campane. Nell’attraversare i vicoli di Fresagrandinaria c’è anche una sosta per l’ultima dedica dei suoi amici e nell’aria risuonano le note di Every breaking wave, degli U2.