La prima volta qualche sindaco fu anche sinceramente sorpreso: agli abitanti dell’estremo confine dell’impero ricevere il governatore non pareva vero. Chiodi e i predecessori da queste parti, soprattutto per occasioni lontane dalle fasce tricolori delle inaugurazioni, non si erano mai visti.
In tre dei suoi cinque anni di mandato alla guida della Regione, Luciano D’Alfonso non ha lesinato visite nel territorio (a Schiavi d’Abruzzo si è fermato pure per la notte) contando anche sull’ampia schiera di sindaci della stessa parte politica.
“Qui interveniamo subito”, “Piglio militare”, “Mi assumo la responsabilità”, “Si proceda in deroga” sono diventati noti ritornelli dei suoi passaggi nel territorio vastese. Nel frattempo i ritornelli sono rimasti tali, il presidente è diventato senatore e il caos viario è lo stesso se non peggiore [LEGGI].
GENNAIO 2015, GUILMI – La prima gita della delegazione istituzionale risale al 19 gennaio 2015: D’Alfonso, Camillo D’Alessandro (eletto alla Camera dei deputati il 4 marzo scorso), Antonio Tamburrino per la Provincia raggiungono la Sp 150 dove nel 2013 il maltempo ha acuito il dissesto idrogeologico mettendo a rischio isolamento soprattutto Guilmi. Tre i punti critici, tutti sulla SP 150: a Gissi (in prossimità del laghetto artificiale) una voragine occupa metà carreggiata, tra Carpineto Sinello e Guilmi dove un’imponente frana scende a valle a ogni pioggia e a Lentisce (frazione di Atessa) dove un’altra frana mette a rischio addirittura le case e dove gli autobus per la Val di Sangro sono spesso costretti a tornare indietro a causa della deformità della strada.
[ant_dx]È in quest’ultima località che D’Alfonso dice: “Mi assumo la responsabilità di intervenire subito, procedi in deroga (rivolgendosi al tecnico presente, nda) perché qui è veramente scandaloso. È una delle prime priorità della Regione Abruzzo, conta poco che ci sono pochi abitanti. La competenza è provinciale con supporto finanziario della Regione” [L’INTERVISTA].
Risultato: sul tratto di Lentisce – quello prioritario – non è stato eseguito alcun intervento e non risultano assegnazioni di fondi. Sul tratto minacciato dall’imponente frana non è stato eseguito nessun intervento a parte quelli delle pale comunali che a ogni pioggia devono sgomberare la strada dal fango o riportare a casa gli operai di ritorno dalle fabbriche; il sindaco Carlo Racciatti assicura che la settimana prossima saranno appaltati i lavori. Altri 100mila euro sono stati stanziati per la voragine in territorio di Gissi: oggi è ancora lì. La stessa ondata di maltempo chiuse la SP 192 tra Carpineto e Roccaspinalveti: 400mila euro per rimuovere rocce e mettere in sicurezza la parte, ma la strada è ancora interdetta al traffico.
MARZO 2015, CASTIGLIONE/FRAINE – Il 24 marzo del 2015, a cinque giorni dall’enorme frana che ha cancellato parte della SP 162, D’Alfonso & co. raggiungono Castiglione Messer Marino e dintorni (soprattutto Torrebruna sulle cui strade erano presenti altri smottamenti). Dopo i sopralluoghi, il governatore e i rappresentanti della Provincia incontrano i sindaci prima a Celenza sul Trigno e poi nell’ex sede della comunità montana di Torrebruna. A margine degli incontri uno dei tecnici si lascia scappare che “la spesa non vale l’impresa” per riaprire la SP 162. D’Alfonso però assicura una “soluzione nel medio tempo per tamponare” prima dell’intervento definitivo; si nomina anche l’ipotesi “Ponte bailey”, una struttura temporanea per permettere il passaggio.
Dopo 3 anni e mezzo, non è stata adottata alcuna soluzione temporanea e i lavori sono fermi. I piccoli alunni di Fraine sono costretti a raggiungere Castiglione tramite la strada del “vallone” con i mezzi della protezione civile. “Hanno diritto di essere aiutati, chiedo loro scusa”, disse a riguardo D’Alfonso [L’INTERVISTA] .
Nel corso degli anni lo stesso presidente (l’ultima volta nel gennaio 2018) e il collega della Provincia, Mario Pupillo, si sono recati altre volte sulla frana, ma la strada è ancora interrotta e lo resterà ancora a lungo.
Emblematico il messaggio dell’ex presidente nella sua prima visita. Invitava a realizzare progetti cantierabili da subito. Il Comune di Castiglione ne presentò due: uno per la SP 212 per Torrebruna che venne eseguito permettendo la riapertura della strada interessata da uno smottamento e uno per la SP 162. Qui la Provincia intervenne e dall’alto impose il proprio progetto alternativo oggi ancora fermo nonostante uno stanziamento di 1950.000 euro [LEGGI].
LUGLIO 2015, MONTAZZOLI – A distanza di qualche mese nello stesso anno, D’Alfonso torna nell’Alto Vastese. Questa volta va a Montazzoli, dove un’altra imponente frana nell’aprile dello stesso anno aveva spazzato via un tratto della SP 152, riaperta parzialmente qualche settimana dopo. “Ci sono 52 milioni spendibili immediatamente per l’Alto Vastese” disse in Comune [LEGGI] e nel pomeriggio a Palmoli in un incontro con i sindaci. Oggi su quella strada si transita, ma il dissesto avanza (c’è un problema irrisolto di regimentazione idrica) e il manto viario viene deformato dal fronte franoso al punto che qualcuno, tra l’ironico e il rassegnato, ha l’ha ribattezzato “asfalto verticale”.
FEBBRAIO 2017, TORREBRUNA – Altro simbolo del provvisorio che diventa definitivo è il caso della SP 212 (la stessa protagonista del ribaltamento del tir con la pala eolica, LEGGI). Nel frebbraio del 2017 un pezzo di montagna venne giù invadendo la carreggiata: strada chiusa. Il 12 dello stesso mese, sul posto si recano il governatore itinerante e il consigliere provinciale Giovanni Di Stefano: sarà realizzato un passaggio in frana prima di un imminente intervento definitivo.
In tempi veloci viene realizzato il passaggio provvisorio con il restringimento di carreggiata (e vengono curate altre due voragini nello stesso tratto) e il Comune è invitato a redigere un progetto per la messa in sicurezza definitiva appena ci saranno fondi a disposizione [LEGGI]. Un anno e mezzo dopo per questo dissesto non è stato individuato alcun finanziamento e il sindaco Cristina Lella si guarda bene dal dare mandato ai propri tecnici di redigere un progetto destinato a restare solo sulla carta.
In realtà una delle visite di D’Alfonso ha sortito gli effetti sperati, quella del 6 dicembre 2015, quando insieme a Pupillo fece il tour del Medio Vastese dopo il crollo di una parte della Statale Trignina e di due tratti della fondovalle Treste (territori di San Buono e Cupello). In tempi record vennero ripristinati i tratti crollati con tanto di spumante per la riapertura della SS 650 [LEGGI] avvenuta dopo 16 giorni. In quel caso si trattava di un’arteria di importanza nazionale, di competenza Anas. Inoltre, qualche giorno prima, i sindaci del Vastese bloccarono la SS 16 per chiedere interventi sulle strade del Vastese strappando la famosa promessa dei 10 milioni di euro (poi scesi a 9) dal masterplan per nuovi asfalti su tutto il territorio. Anche quelli, com’è ben noto, sono ancora fermi.
Ora, in alcuni casi, non sappiamo cosa è accaduto tra la gita e l’immutata situazione attuale, le uniche certezze sono le frane: a chi è costretto a giri alternativi infiniti poco interessa. Alle visite non sono seguiti interventi; nonostante le rassicurazioni, i piccoli centri del Vastese non sono più politicamente appetibili. Pratiche ferme tra i labirinti burocratici di Regione, Provincia e Comuni, disinteresse, assenza di volontà politica, lotte interne ecc. continuano a mortificare la dignita degli abitanti del confine dell’impero.