L’estate continua ma imperterrita e spietata porta via con sé sempre più eventi. Alla sua decima edizione, Book & Wine si lascia dietro un’ennesima ottima annata e rinnova l’appuntamento per l’anno prossimo. La rassegna dedicata alla letteratura e al vino ha chiuso per l’occasione in bellezza dedicando l’ultima serata a una recente conoscenza dei Giovedì Rossettiani: Franco Arminio.
Protagonista del palcoscenico, il poeta avellinese si è distanziato dalle classiche presentazioni domande e risposte – che pur sono una parte importante dell’invito alla fruizione di un libro – per recuperare un contatto diretto, intimo e partecipato con il pubblico. Nel contesto dei Giardini d’Avalos, illuminato alle spalle da una luce soffusa, Arminio ha regalato un vero e proprio show con al centro la bellezza della poesia in qualsiasi aspetto della quotidianità e il recupero del carattere originario dei paesi italiani.
Infatti, restare nella stessa casa che l’ha accudito fin dalla nascita rappresenta per lui una scelta di cuore. Le 196 presentazioni che hanno accompagnato la sua ultima raccolta di poesie Resteranno i canti, edita da Bompiani, s’inscrivono in un discorso che mira a riportare il paesino al centro dell’attenzione come esempio della vera essenza collettiva minacciata e deteriorata dalla società dei consumi, nell’epoca che “abitua alla tristezza” senza significato.
Il pubblico allora è diventato un piccolo microcosmo sperimentale tramite cui rivivere sprazzi di comunità. È entrato nella scena di Arminio e si è affiancato a lui diventando coprotagonista. Così alcune poesie sono state tradotte e lette in dialetto vastese dall’Assessore Giuseppe Forte e altre nel reggiano di una turista in prima fila. Così si è tornati a cantare, come il padre oste di Arminio soleva fare ai suoi tempi, tra canti folkloristici come Vola Vola, popolari come Bella Ciao o capisaldi della musica italiana come Volare.
Anche i più timidi alla fine hanno ceduto al cospetto del carisma del poeta. Tantomeno ci si è alzati all’ascolto delle sue poesie. Inquietudine, gioia, amore, le cartoline sulla morte: che fossero componimenti struggenti o comici sono riusciti ugualmente a mantenere alta l’attenzione in una commistione di emozioni differenti.
Arminio ha salutato almeno due o tre volte la platea senza essere capace di consegnare il microfono. Probabilmente ha percepito la risposta affettiva dei presenti e il loro interesse si è manifestato in domande che hanno protratto il suo intervento oltre il tempo stabilito. “Siete un bell’Abruzzo” sono le ultime parole che chiudono Book & Wine.
Al termine la consueta degustazione con i vini di Jasci & Marchesani.
Alessandro Leone