“No Oil” è la scritta formata questa mattina dai bagnanti sulla spiaggia di Punta Penna rispondendo all’appello di Legambiente, in questi giorni a Vasto con Goletta Verde. Dopo l’appuntamento di ieri, con la presentazione del marchio Turismo attivo sostenibile [LEGGI], l’associazione ambientalista si è data appuntamento su una delle spiagge più celebri della costa Adriatica per lanciare il chiaro messaggio contro le estrazioni fossili in mare.
“Nonostante le rassicurazioni del Governo dopo il referendum sulle trivelle del 2016, vecchi e nuovi pozzi e piattaforme e nuove attività di prospezione mettono concretamente a rischio i mari italiani e le coste abruzzesi – spiegano i responsabili di Legambiente – . Ecco perché chiediamo al Ministro dello Sviluppo Economico di cancellare tutti i sussidi ancora oggi garantiti alle fonti fossili e di mettere in campo una rottamazione delle fonti energetiche inquinanti, a partire dal petrolio”.
Per dire “basta alle estrazioni e ai continui finanziamenti che vengono erogati alle infrastrutture, alla ricerca e alla produzione di energia da fonti fossili, Legambiente, ha organizzato un flash mob sulla spiaggia di Punta Penna, luogo peraltro minacciato non solo dalla piattaforma petrolifera Rospo Mare di Edison ed Eni, ma anche dalla possibile realizzazione di un cementificio, a pochi passi dalla Via Verde e dentro la fascia di rispetto della Riserva naturale regionale di Punta Aderci. Qui, in quella che nel 2014 si è classificata come terza spiaggia più bella d’Italia nel concorso di Legambiente La più bella sei tu, sono intervenuti Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente, Luciano Di Tizio, WWF Abruzzo, Paola Cianci, Assessore all’Ambiente del Comune di Vasto, Fernando Di Fabrizio, presidente di COGECSTRE e gestore della Riserva Naturale Regionale Punta Aderci, e Giuseppe Di Marco, Presidente Legambiente Abruzzo, per lanciare la petizione #NoOil indirizzata al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio.
[ads_sx]“Vista la crisi ambientale planetaria per i cambiamenti climatici e la scelta del nuovo piano regionale sul turismo che punta sulle bellezze naturali dell’Abruzzo e la qualità dei suoi territori, è indifferibile uscire quanto prima dal mondo degli idrocarburi – commenta il presidente regionale di Legambiente, Giuseppe Di Marco – . E qui a Punta Penna stoppare definitivamente il progetto del cementificio, sul quale lo scorso marzo abbiamo presentato un ricorso al Tar insieme al WWF. Anche l’arrivo della Zona Economica Speciale (ZES) deve essere vista come un’opportunità che va in questa direzione, ovvero fuori da cemento e petrolio e più in generale da quell’industria impattante e storicamente superata. Le linee guida sono la Carta di Pescara e la strategia S3 della Regione Abruzzo che parlano di industria e filiere green per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, come ci ricordano gli indirizzi strategici ed i programmi operativi previsti nella politica dell’Unione Europea”.
“I numeri raccontati nel dossier di Legambiente No Oil Abruzzo – conclude Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – raccontano bene non solo il ruolo, oggi ancora determinante delle fonti fossili anche a causa di politiche mancanti di sviluppo di un nuovo sistema energetico innovativo e rinnovabile, ma anche come le produzioni siano in costante riduzione da anni. Scegliere di continuare di estrarre gas e petrolio non solo mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi climatici, ma anche quelli di sviluppo locale della Regione Abruzzo, vittima della poca lungimiranza e della mancanza di coraggio dei Governi, che invece di investire su un nuovo modello energetico, che permetta il cambio di rotta verso un futuro 100% rinnovabile, continuano a supportare lo sviluppo di politiche energetiche dipendenti dalle fonti fossili. Dopo aver contribuito alla definizione di obiettivi europei al 2030 su rinnovabili ed efficienza molto ambiziosi, chiediamo al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio di segnare un’altra discontinuità con i governi precedenti, sempre pronti a soddisfare ogni proposta delle arroganti compagnie petrolifere fermando la corsa all’oro nero nel nostro Paese”.
Foto – Flash Mob Legambiente
Foto di Luana Bottega