Appassionati del mare e del diporto si sono ritrovati nel fine settimana a Vasto Marina per la cerimonia di riapertura estiva del Circolo nautico di Vasto.
Alla presenza di numerosi iscritti, degli allievi della scuola di vela e dell’autorità marittima, rappresentata nella circostanza dal luogotenente Angelo Cataldo, comandante in seconda del porto di Vasto, a fare gli onorei di casa è stato il presidente, Nicola Mastrovincenzo, che in apertura del suo intervento ha ricordato alcune persone che, “come il dottor Buonincontro e il dottor Listorto, hanno dato impulso a questo circolo, che è cresciuto nel tempo: abbiamo circa 220 iscritti. Ogni anno cresciamo di una decina di soci. Il Circolo nautico nel tempo si affiliato alla Fiv, abbiamo quindi l’obbligo di spingere per la crescita del nostro sport e questo lo facciamo con la nostra scuola vela, che è un fiore all’occhiello del nostro sodalizio e, con il nostro Mike Ruzzi, è una scuola formativa molto, molto impegnativa, come impegnativi sono i costi che sosteniamo.
Abbiamo una base nautica a Punta Penna su una concessione demaniale marittima”. Nel recente passato, “qualche problema l’abbiamo avuto: addirittura due richieste di revoca della concessione sia a terra che per lo spazio acqueo. Abbiamo semplicemente dovuto ricordare a chi esercitava le doverose valutazioni di legge che noi a Punta Penna siamo concessionari come altri e una cosa la dico con estremo vigore: il porto di Vasto è sicuramente meritevole di espansione e attenzione per quanto riguarda le parti commerciali, ma nel porto noi esistiamo come darsena da diporto, che non può essere negata ad una città che dice di avere vocazione turistica e su questo terremo duro finché potremo, al di là di qualche disguido che ci possa essere stato e di qualche incomprensione”.
[mic_dx]”Il diporto – afferma Mastrovincenzo – non è cosa da ricchi. Il diporto vissuto in una realtà come il porto di Vasto e come in tantissime realtà costiere, è soprattuto l’idea di avere amore per il mare, per le attività del mare, per la propria barca, che costa né più né meno come un’utilitaria perché le nostre sono barche che entrano nel mercato dell’usato a prezzi assolutamente abbordabili e con una possibilità di utilizzo affidata all’attività di queste persone che si danno da fare, con la loro attività di volontariato e riescono a contenere i costi in termini di assoluta ragionevolezza, per cui a tutti è consentito di avvicinarsi al diporto nautico a condizioni economiche estremamente ragionevoli”.
Due progetti per il futuro: “Riuscire ad avere tutta la sede, anche la parte adibita a Medicina turistica, nel momento in cui quest’ultima verrà spostata in altra zona. L’altro progetto è una collaborazione con il mondo della diversa abilità”.