Lo aspettiamo davanti alla sua officina. Lo vediamo arrivare, con tanto di taniche di benzina e cassetta degli attrezzi in macchina. “Scusate sono stato a fare un soccorso“. Apre le porte e ci introduce nel suo regno. A chi entra qui per la prima volta sembra di essere tornati indietro nel tempo, in un’officina degli anni ’80. Chi invece è “di casa” da queste parti sembra di essere nel paradiso degli automobilisti. Semplicemente siamo nell’autofficina di Giuseppe Fino, chiamato da tutti Pino. Per gli appassionati di auto d’epoca è una sorta di guru delle riparazioni. Quando ci sono veicoli che hanno più di 20 anni e necessitano di riparazioni, l’intervento di Pino Fino è considerato dall’automobilista di turno alla stregua di un santone che con la sola imposizione delle mani riesce a risolvere ogni problema. Pino le sue mani le usa, ma insieme al cervello, per riparare tutto ciò che abbia un motore. Prima di conoscerlo ne sentivo parlare da un amico come una leggenda. “Ho portato l’auto da Pino. Nessuno capiva cosa avesse fatto, lui in 5 minuti ha risolto”. Questo più o meno era lo standard dei racconti che lo riguardavano. E allora, dopo essere passato da queste parti (pur non avendo io un’auto d’epoca) abbiamo deciso di incontrarlo insieme a Costanzo. Prima dell’officina una tappa nell’ufficio è d’obbligo. “Così stiamo più tranquilli”, dice lui mentre ci mostra la parete a cui sono appesi attestati conquistati durante una vita di lavoro e di corse. “Sono figlio d’arte – esordisce Pino-. Mio padre aveva un’officina, a Savignano Irpino, provincia di Avellino. Io sono cresciuto lì dentro. Al piano terra c’era l’officina, al secondo la nostra abitazione. Quando frequentavo le elementari la mattina prima di entrare a scuola stavo un’oretta in officina. Poi, tornato da scuola, di nuovo lì. Era la mia grande passione. All’inizio le moto, perchè di auto ce n’erano poche. Poi anche le macchine”.
All’inizio degli anni ’80 arriva il trasferimento a Vasto. “Per un paio d’anni ho lavorato come dipendente, perchè non conoscevo la realtà vastese e mettersi in proprio sarebbe stato complicato. Poi, però, nel 1985 ho aperto la mia officina“. E da allora, nel corso di questi 28 anni, Pino Fino ha saputo conquistarsi l’apprezzamento di tanti clienti. In particolare di quelli che posseggono un’auto storica. “Nel riparare questo tipo di vetture occorrono specializzazione, passione ed esperienza. Le auto moderne sono fatte quasi totalmente di elettronica. Quando c’è un guasto si attacca lo strumento di diagnostica, che dice dov’è il problema e si sostituisce il pezzo. Invece le macchine antiche sono basate sulla meccanica. E poi non ci sono manuali cartacei e online che guidano nella riparazione. E’ tutto basato sulla manualità e sull’inventiva dell’operatore”.
Al muro dell’ufficio ci sono alcune foto con auto da corsa. Costanzo, tra uno scatto e l’altro, ne stacca una dal muro per fotografarla. Così Pino ci racconta dell’altra sua passione, quella per le corse. “Tenete presente che io ho guidato per la prima volta a sei anni. Avevo mio padre accanto, il nostro era un paesino piccolo, dove si chiudeva un occhio su queste cose. Ho sempre avuto la passione per le corse, la velocità, il modificare le macchine. Quando arrivai a Vasto, insieme ad alcuni amici realizzammo il circuito a Monteodorisio, per le gare di velocità su terra. E’ una disciplina che permette di gareggiare anche a chi non ha grandi possibilità economiche. Si possono modificare auto di serie con le dotazioni di sicurezza. Negli anni ’90 da quella pista sono passati tante vetture e tanti piloti”. Lui, ovviamente, era uno dei più bravi. “Ho partecipato a diversi campionati italiani di velocità su terra. Un anno ho anche vinto il titolo. Guidavo proprio questa Fiat 500 – e gli brillano gli occhi mentre ce la mostra in foto-. Era stata soprannominata Tormento, perchè guidarla era un tormento. Era una macchina cattiva ma potentissima”.Poi ha portato in gara un’altra auto, sempre preparata da lui. La stessa macchina che è in officina perchè la sta preparando per uno suo amico. “La Fiat X19, opportunamente preparata, mi ha dato tante soddisfazioni”. Oggi continua ancora a correre, “ma con le auto storiche, in corse più tranquille. E poi sono anche il vicepresidente di Vasto Veicoli Storici, quindi ci diamo da fare per organizzare raduni e manifstazioni”.
Scendiamo in officina mentre un suo collaboratore arriva e si mette al lavoro. Con un pizzico di rammarico ci confida che “i miei due figli non hanno voluto seguire questa strada. Sono appassionati di auto d’epoca e di corse, ma hanno preferito prendere altre strade. E’ un peccato, perchè quest’attività avviata è un peccato non proseguirla. Però li ho lasciati liberi di scegliere“. E così Pino trasmette tutto ciò che ha imparato negli anni “a collaboratori, amici, a chi capita. perchè non sono geloso del mio lavoro”. Anche perchè poi lui resta sempre un “mago” dei motori. “Di lavori difficili ne ho fatti tanti. Ricordo che c’era una Simca preparata per le competizioni che ruppe il cambio. Sembrava ormai una macchina persa. Poi, grazie ad una rete di conoscenze, trovammo pezzo e soluzione”. Per lui le auto hanno un valore speciale. “Non sto a badare al loro pregio. Per me riparare la Ferrari più costosa o la 500 più malridotta è la stessa cosa. Ovviamente ognuna di queste regala delle diverse soddisfazioni”. Una vita tra i motori. “Ho imparato prima a fare il meccanico che a camminare“, dice scherzosamente lui. Tra migliaia di macchine che sono passate tra le sue mani, però, ce n’è una che ha un posto speciale nel cuore. “E’ l’Alfa Romeo gt Junior. Quando ero ragazzo pensare di guidare, ancor prima che possedere, un’Alfa era un sogno. Trent’anni fa riuscii a comprare questa macchina e da allora la conservo come un gioiellino”. Tutto questo nel segno della passione.
Testo di Giuseppe Ritucci ([email protected])
Immagini di Costanzo D’Angelo
Foto – Pino Fino, una vita tra corse e motori
foto di Costanzo D’Angelo – Occhio Magico