Anteprima alla fiera Tempo di Libri di Milano, nello stand della casa editrice Lupieditore di Sulmona, per Sette foglie di oleandro, romanzo d’esordio di Andrea Ianez (all’anagrafe Iannone). L’8 aprile, giorno dell’uscita ufficiale, il libro scritto dal 36enne vastese sarà presentato presso la Libreria Mondadori di Vasto.
“Le mie passioni o meglio, le mie necessità, sono da sempre la scrittura e la musica, la prima mi serve a comunicare con me stesso, la seconda a comunicare con gli altri – racconta Andrea – . Ho due band una di sole cover italiane, Liberi su cauzione, e una di inediti, Stereo fake. Con gli Stereo fake, che nel 2012 si chiamavano Renè Golconda, ci siamo tolti lo sfizio di passare sul circuito radiofonico nazionale con il brano Eri distratta, scritto da noi e arrangiato da Gigi De Rienzo, bassita dei Napoli centrale, Bennato e altri artisti partenopei. La scrittura invece l’ho sempre vissuta in maniera molto personale, una valvola di sfogo per esorcizzare, enfatizzare, o semplicemente riflettere di me, con me stesso. Un’altra passione che coltivo ormai da una decina di anni, è quella per le falene, in particolare per le sfingi, che mi limito a cercare e fotografare nel loro ambiente naturale”.
Andrea, negli anni, ha coltivato la sua passione per la scrittura partecipando a concorsi e ottenendo la pubblicazione su riviste e raccolte. È il caso di 1922, racconto pubblicato nella sezione di scrittura creativa della rivista Cultura e dintorni, o di Sbadatamente Rosso, selezionato per l’antologia Qualcosa di Rosso della Alcheringa edizioni nel 2016. Nello stesso anno è stato finalista del concorso Amici del viandante, per Viandante edizioni, con i racconti Verso le 8 e Il dono più prezioso. Terzo classificato al premio nazionale Histonium con C’è di mezzo il mare, Andrea Ianez ha vinto il concorso Versus Sulmona 206/2017 con Uomo della riva.
[ads_dx]“Non avrei mai pensato di scrivere un libro, e infatti il responsabile è il caso – spiega l’artista vastese – . Ho sempre riportato su carta i miei pensieri ma lo facevo per me stesso, senza neanche minimamente pensare ad una potenziale pubblicazione. Poi è capitato di fare dei post su facebook, diciamo più complessi, delle piccole storie, e di vedere che le persone reagivano bene. Uno di questi post aveva un titolo, 1922, e su di esso è inciampata Patrizia Angelozzi che ha visto del potenziale. Per una volta nella vita ho deciso di ascoltare qualcuno e questo ha portato dei risultati“.
La vittoria del concorso Versus Sulmona della Lupieditore gli ha dato la possibilità di pubblicare un romanzo. Ed ecco che è arrivato Sette foglie di Oleandro. “Vederlo alla fiera Tempo di Libri di Milano è stata una soddisfazione davvero grande“.
Sette foglie di oleandro. Angelo Zaèrla, muore sparandosi in testa accidentalmente, sotto gli occhi di amici, parenti, e compagni di scuola, durante la festa del suo diciottesimo compleanno. Un suo ritratto viene trovato vicino al grande pacco regalo, un ritratto che va oltre la semplice somiglianza. Ernesto, uno dei presenti al tragico avvenimento, una volta divenuto adulto, apre una concessionaria BMW e vende ad Arturo, membro di una facoltosa e buona famiglia, una cabriolet di lusso. Ernesto ed Arturo, ogni anno, si incontrano per commemorare l’amico scomparso.
L’auto, passa di mano in mano, acquistata e rivenduta, diventa il legame tra le vite di vari personaggi, da Raffaele Mosina, cinico, aspirante scrittore di successo, ad Alessandro che ne fa il suo pegno d’amore, fino ad Ilaria Arpa, una donna in cerca di serenità. Una donna che ha passato anni a fuggire dal suo senso di inadeguatezza alla vita, e che nel freddo delle montagne, trova il calore della famiglia, nell’accoglienza di persone semplici. Un sentimento che ripagherà rinunciando alla sua libertà.
Le varie vicende si fondono nell’abitacolo della vettura, costruendo un unico passato, fatto di vita, di morte, di amore e violenza. Tematiche ricorrenti, parole che si ripetono assumendo un significato diverso, per ogni differente punto di vista. Un ragazzo misterioso con in spalla uno zaino e dei tubi da disegno, attraversa tutte le storie silenziosamente, con discrezione spettrale, immortalando attimi precisi attraverso quella che definirà la sua arma: “la penna”.