È stata firmata nella bella cornice del Palazzo Tour d’Eau la convenzione tra i Comuni di Carunchio, Celenza sul Trigno, Palmoli, San Giovanni Lipioni, Torrebruna e Tufillo per la realizzazione del Polo scolastico del Medio Trigno in contrada Chiancata a Celenza sul Trigno. Presenti all’incontro diversi amministratori del territorio, dal padrone di casa, il sindaco di Carunchio, Gianfranco D’Isabella, al sindaco di Montenerodomo (capofila per la Strategia d’Area Basso Sangro-Trigno) Antonio Tamburrino, il sindaco di Celenza sul Trigno Walter Di Laudo e la consigliera Valentina Di Nocco, il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, il sindaco di Tufillo, Ernano Marcovecchio, il sindaco di Torrebruna, Cristina Lella, l’assessore Mario Lella e la consigliera Roberta Felice, il sindaco di Castelguidone, Donato Sabatino, con il vice Gabriele Di Paolo, il consigliere Gino Di Iorio di Fraine, Attilio Mauro collaboratore del Comune di Palmoli, il vicesindaco di Castiglione Messer Marino, Raffaella Paradiso, con il consigliere Mariano Lalli e Patrizio Paglione, consigliere di Roccaspinalveti. A presenziare l’incontro, l’assessore regionale Silvio Paolucci.
Dopo l’approvazione delle delibere dei sei Comuni, quindi, l’atto unitario della firma della convenzione per la realizzazione di un’opera da sei milioni di euro, illustrata per l’occasione, dopo i saluti del sindaco D’Isabella, che ha tenuto a sottolineare l’importanza del progetto: “Un obiettivo straordinario colto da tutti i sindaci per quella che sarà la scuola del territorio”. A seguire l’intervento di Antonio Tamburrino, sindaco del comune capofila per la Strategia d’Area Basso Sangro-Trigno che ha fissato l’obiettivo di “frenare lo spopolamento”, lodando l’operato dei sindaci che hanno aderito al progetto di Polo scolastico, “a dimostrazione di una capacità di pianificazione a cui adesso deve seguire la fase realizzativa”. Nelle parole di Tamburrino anche l’importanza di proseguire nel segno dell’unità: “Se perdiamo pezzi, daremo segnale di debolezza, ma se riusciremo a rimanere insieme potremo dare concretezza alla nostra azione”. Per lo stesso Tamburrino, il Polo scolastico del Medio Trigno rappresenta il “fiore all’occhiello” della Strategia d’Area, grazie al “salto culturale che ha fatto superare i campanilismi. Si tratta di una vera rivoluzione che comporta rinunce per il bene di tutto il territorio”. Ogni Comune aderente, infatti, dovrà rinunciare al proprio plesso scolastico, e ai finanziamenti collegati, in favore del Polo che dovrebbe vedere la luce in contrada Chiancata di Celenza sul Trigno, anche se – come sottolineato dal sindaco Di Laudo – “non è importante che si faccia a Celenza, l’importante è che si faccia. Per poter non dico recuperare sullo spopolamento, ma almeno non morire completamente, l’unico strumento è il lavoro comune. Non bisogna lavorare per i singoli Comuni, ma per tutto il territorio”. Soddisfatto anche il sindaco di Torrebruna, Cristina Lella, che ha illustrato il passaggio dallo scetticismo iniziale alla consapevolezza di poter dar corpo al progetto: “Non dobbiamo essere disfattisti, dobbiamo crederci, come ci credono in Regione e al Ministero”. Meno entusiasta Gino Di Iorio, consigliere di Fraine: “Già 30 anni fa avevamo pensato a un progetto di Polo, quindi a maggior ragione oggi può essere un’idea condivisibile, che però non si può scollegare dalle altre problematiche del territorio, a cominciare dalla viabilità. Se da Fraine i nostri ragazzi dovranno fare 30 chilometri di strade sconnesse per andare a scuola, alla fine sceglieranno di scendere direttamente a Vasto”. A “benedire” l’operazione, comunque, l’assessore regionale Silvio Paolucci, che si è complimentato con i sindaci per il “salto di qualità che ha fatto superare i localismi”, riconoscendo agli stessi alta capacità di pianificazione.
Il progetto. A spiegare i dettagli relativi prima alla Strategia d’Area Basso Sangro-Trigno e poi al Polo scolastico del Medio Trigno i tecnici redattori, Raffaele Trivillino e Mario Di Lorenzo. Il Polo, che costerà sei milioni di euro (più 300mila euro per la progettazione, provenienti dalla Strategia d’Area), prevede la realizzazione di un complesso per 300 alunni e 16 classi di scuola primaria e secondaria di primo grado, su un lotto di superficie di 12mila metri quadri. Previsti spazi di apprendimento collettivo e individuale, per la direzione didattica, auditorium, aula magna, servizi, impianti sportivi, piscina, mensa, cucina, agorà, piazza, parcheggi e corte attrezzata all’aperto. Per quanto riguarda i costi, circa 2 milioni e mezzo per gli spazi scolastici (attrezzati con le più moderne tecnologie), 1 milione e mezzo per gli impianti sportivi, 200mila euro per gli spazi aperti alla comunità, 640mila euro per gli arredi, per un totale di circa sei milioni. Come precisato da Di Lorenzo, però, non si tratta di una struttura a esclusiva utenza scolastica, ma aperta alla società civile come “centro civico”, utilizzabile quindi da associazioni e cittadini. Al termine degli interventi, firma sulla convenzione, da parte dei sindaci aderenti (a parte il sindaco di San Giovanni Lipioni Aurore Rossi, assente per motivi personali) e brindisi finale. Il passaggio successivo sarà quello relativo al “concorso di idee” per rendere operativa la fase progettuale da 300mila euro.
Tutti soddisfatti, quindi, per un’opera faraonica che però sancisce la resa della politica allo spopolamento. Più forte del campanilismo, infatti, sono stati i numeri implacabili, che non permettono più la gestione autonoma dei servizi scolastici da parte dei singoli Comuni. Il concetto di sviluppo svanisce e cede il passo al semplice tentativo di sopravvivenza. Servizi comuni per raggiugere numeri adeguati a giustificare l’esistenza stessa del servizio. Sempre che al taglio del nastro i numeri siano ancora compatibili con l’obiettivo del progetto e la spesa di sei milioni di euro.