“Siamo molto allarmati. Ci è arrivata notizia dell’accordo sindacale nazionale riguardante gli impiegati dei Tribunali in via di soppressione. Entro il 15 novembre devono fare domanda di trasferimento. Questo è un segnale negativo”, ammette l’avvocato Gabriele D’Ugo, presidente del comitato per la difesa del palazzo di giustizia di Vasto. L’assemblea è terminata, ma la notizia dell’obbligo di effettuare domanda di trasferimento è un duro colpo al fronte del no alla chiusura della sede giudiziaria di via Bachelet.
“L’assemblea è andata bene”, commenta D’Ugo. “C’è stato un dibattito vivace. Nonostante l’obiettivo delle 50mila firme non sia semplice da raggiungere, abbiamo deciso di andare avanti con la raccolta delle sottoscrizioni dei cittadini per sostenere l’approvazione di una legge che imponga l’abolizione del decreto sulla nuova geografica giudiziaria”.
Appello alla politica – “Viste le ultime notizie – lancia l’allarme D’Ugo – bisogna fare in fretta. Siamo rimasti d’accordo nel sollecitare il Consiglio dell’Ordine degli avvocati al fine di promuovere entro 15-20 giorni un confronto con i politici della provincia di Chieti per concordare le iniziative da intraprendere”.
L’assemblea – Il tempo stringe. Entro la fine di novembre bisogna decidere che fare per combattere contro la forbice dei tagli. Il Tribunale di Vasto è a rischio chiusura e gli avvocati si riuniscono in assemblea. I legali vastesi si sono ritrovati attorno a mezzogiorno nella sala Gup al piano terra del palazzo di giustizia di via Bachelet. E’ la riunione del comitato per la difesa del Tribunale di Vasto, presieduto dall’avvocato Gabriele D’Ugo.
“Andare a Chieti sarà un rischio, vista la necessità di continui viaggi in autostrada”, sottolinea Nicola Tariddi nel suo intervento attorno alle 13. Altri fanno notare l’aggravio dei costi necessari alle trasferte. Costi che si riverseranno sui clienti. L’emendamento fatto inserire dal senatore Giovanni Legnini (Pd) al decreto milleproroghe allunga di tre anni la vita delle 4 sedi giudiziarie abruzzesi a rischio: Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona. Il problema è che fra 3 anni potrebbe essere già tardi. Se passa la linea dura, quella di tagliare tutti i palazzi di giustizia che non raggiungono numeri molto elevati stabiliti dal Ministero della Giustizia, a quel punto sarà difficile salvare Vasto, se nel frattempo nelle altre regioni i Tribunali subprovinciali saranno già stati chiusi.
Foto – Avvocati: no alla chiusura del Tribunale di Vasto
Avvocati in assemblea per opporsi alla soppressione della sede giudiziaria di Vasto