Momenti e riflessioni universali al polo liceale Pantini-Pudente: la dirigente, professoressa Maria Luisa Di Mucci, al centro del convegno “Umanesimo, scienza e tecnologia per abitare il presente” e per trasformare il dualismo tra logos e psiche, tra tradizione e innovazione, in un dialogo fruttuoso, in una scuola innovativa e digitale, che possa offrire una scelta alternativa, consapevole e competitiva.
Il professor Simone Gozzano, docente di filosofia della scienza presso l’Università degli studi dell’Aquila, esordisce con la frase “Non sai mai quando è l’ultima volta in cui baci tuo padre” il presente sfugge. Galileo, Darwin e Turing sono i protagonisti della rivoluzione scientifica. Darwin, nel suo attesissimo libro “Sull’origine della specie”, parla di uomini “some different general”. La tensione dell’abitare il presente si supera con la consapevolezza della conoscenza. Quanto più la scienza induce a riflettere, tanto più entriamo in crisi; i grandi temi dell’aborto e della clonazione come possono essere affrontati, se non acquisendo un’etica nicomachea?
Il professor Eugenio Coccia, direttore del Gran Sasso Science Institute, presenta agli alunni l’universo di Galileo, sottolineando come l’osservazione con il cannocchiale fosse per Galileo uno strumento innovativo, di fronte alla filosofia aristotelica che era dominante. Newton e la teoria gravitazionale hanno svelato il grande fascino della scienza. Noi chi siamo di fronte alla bianca musa luna? Studiare è la sfida del futuro, la ricerca migliora la nostra vita.
La professoressa Paola Inverardi, Magnifico rettore dell’Università degli studi dell’Aquila, pone una riflessione sulla pervasività della tecnologia e sulla necessità di sviluppare un’etica dell’intelligenza artificiale. Nelle società complesse occorre essere consapevoli della gestione dei dati personali. L’approccio europeo per una cultura della sicurezza delle reti e dell’informazione assume sempre più importanza nella vita quotidiana dei cittadini cosmopoliti del futuro. La condivisione dei codici digitali deve essere unanime, altrimenti si rischia di tornare al medioevo della tecnologia, nell’epoca di Google.
Il dubbio cartesiano degli alunni intervenuti, Lorenzo Primiano e Cesare Vicoli: la tecnologia nasconde insidie e comporta autodistruzione, noi che amiamo Leopardi possiamo credere nella computer science? Unanime e corale la risposta della tavola rotonda: la cultura classica è lo strumento regio dell’interpretazione dei nuovi strumenti tecnologici, è come la scoperta del fuoco nelle società primordiali, come il meteorite che ha salvato gli uomini, cadendo sulla terra ed estinguendo i dinosauri, come l’ultimo bacio omaggio ai nostri padri, che hanno lasciato a noi la grande eredità della forma mentis del sapere e che hanno creduto sempre nei grandi valori esistenziali. Direbbe Terenzio “homo sum, humani nihil a me alienum puto”. Luciano di Samosata, scrittore greco del secondo secolo d. C. immaginava il viaggio verso la luna con una nave, la nave che metaforicamente lega ognuno di noi a suo padre.