Per gli appassionati di corsa ci sono numeri che hanno un peso diverso rispetto agli altri. E, senza dubbio, il numero 42, quello dei chilometri di una maratona, è tra quelli fortemente simbolici per ogni podista, sia esso professionista o amatore. Ed è così che abbiamo voluto raccontare l’entusiasmo di chi, dopo aver iniziato a correre non molti anni fa, ha raggiunto questa ‘fatidica’ soglia della 42ª maratona. Pasqualino Onofrillo, avvocato sansalvese, è uno di quei podisti che trasmette davvero tutta la sua passione. Dopo aver iniziato a “fare sul serio” poco più di dieci anni fa, ha voluto raccontare il suo approccio alla corsa come strumento di benessere e divertimento in un libro, “10 anni di corsa“. Per i suoi 50 anni si è fatto un regalo insieme all’amico Fabio Zara, correre la 100 km. del Passatore [LEGGI] e quindi non deve stupire che per la sua 42ª maratona abbia coinvolto tutta la famiglia in una vacanza dal sapore sportivo.
Così, una decina di giorni fa, ha tagliato il traguardo della Dubai Marathon, timbro numero 42 sul suo passaporto da podista. Per lui è stata anche l’occasione di guardarsi indietro e ripensare alla sua prima gara sulla lunga distanza. “Ho corso la mia prima maratona a Roma, nel marzo 2005. In questi anni ho avuto la fortuna di correre, sempre con i colori della Podistica San Salvo, due maratone in America, a Miami e Orlano, in diverse città europee, Parigi, Vienna, Barcellona e Valencia, e in tante città italiane: Firenze, Venezia, Milano, Torino, Carpi, Verona, Rimini, Napoli, Reggio Emilia, Padova e molte altre in Abruzzo e regioni limitrofe”.
L’esperienza di Dubai è stata “meravigliosa, condivisa con tutta la mia famiglia, che mi ha accompagnato volentieri in questa avventura in una delle più belle città del mondo, dove si possono visitare sia strutture all’avanguardia (Burj Kalifa con le sue fontane luminose/danzanti o il lungomare di grattacieli di Dubai Marina) che posti tradizionali (i souq di Deira o la meravigliosa moschea di Jumeira)”. Una gara da ricordare per il suo carattere simbolico “fare 42 volte 42 km non è soltanto un giocare con i numeri ma è sicuramente un traguardo importante”. Particolari anche le condizioni climatiche e ambientali. “La maratona è partita all’alba per questioni climatiche, che purtroppo si sono fatte sentire nell’andamento della gara, (all’arrivo c’erano circa 30 gradi) nelle vicinanze del Burj Al Arab e lungo i 42 km del percorso c’era una folla di tutte le nazionalità a fare il tifo agli oltre 1500 atleti giunti al traguardo.
La particolarità della gara è nella partecipazione di atleti provenienti dalla parte orientale del mondo: oltre agli arabi (molte ragazze hanno corso con il tradizionale chador) c’erano molti giapponesi, indiani, cinesi, pakistani, iraniani, afgani, e tanti altri. All’arrivo sono arrivato con un ragazzo Ccnese che non la smetteva di sorridere per la gioia di aver concluso la maratona mentre dopo aver tagliato il traguardo un ragazzo delle Maldive mi ha fatto le congratulazioni mentre ci consegnavano la medaglia”. Conoscendo Pasqualino Onofrillo c’è da star certi che non si fermerà a 42 ma continuerà a correre e a trasmettere a chi lo conosce la passione per la corsa.